Alla scoperta dell’unicità della liuteria italiana. Intervista a Lorenzo Frignani.

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di Giulia Olivieri

Lorenzo Frignani, 63 anni di Modena, è presidente della sezione Professionisti dell’Associazione Liutaria Italiana (A.L.I.). Da oltre quarant’anni si dedica alla costruzione e al  restauro di strumenti ad arco e a pizzico, ma anche a un’intensa attività di insegnamento – sia privatamente a bottega che presso la Scuola di Artigianato Artistico del Centopievese, tra le province di Ferrara e Bologna. Amico di lunga data di Cremona Musica International Exhibitions and Festival, a settembre sarà ospite dell’edizione 2023; lo abbiamo incontrato per conoscere meglio lui e le sue numerose attività.

 

Maestro Frignani, come si è avvicinato al mondo della liuteria?

Il mio legame con questa realtà è nato per puro caso, entrando nella bottega di un liutaio, accompagnando una mia amica; non essendo nato in una famiglia di musicisti, ero convinto che qualunque violino o chitarra fosse un prodotto industriale. Inizialmente mi sono dedicato a questo nuovo interesse come amatore, avendo già un lavoro stabile presso una multinazionale; solo successivamente ho deciso di licenziarmi per immergermi nel mondo della liuteria. In seguito ho sentito l’esigenza di approfondire l’aspetto del restauro e della ricerca, acquisendo una conoscenza organologica e storica, una competenza sul recupero conservativo per poter ridar vita a strumenti storici, oltre a una visione culturale più ampia che ha sempre alimentato la passione per il mio lavoro.

 

Cos’è e come opera l’A.L.I.?

È un’associazione che nasce nel 1980 a cui aderiscono liutai e archettai professionisti e amatori, con lo scopo di promuovere l’arte della liuteria italiana dal punto di vista tecnico, culturale e storico. Da quattro anni ricopro il ruolo di presidente dell’A.L.I. Professionisti, organizzando eventi di promozione commerciale e culturale di un’arte che la tradizione italiana ha portato ai massimi livelli. Salvaguardare l’identità degli strumenti prodotti dai nostri maestri artigiani è uno tra i nostri obiettivi, e lo facciamo attraverso uno statuto deontologico che ci guida ed una rivista semestrale in due lingue dove scambiare argomenti di cultura.

 

Cosa rappresenta Cremona Musica per lei e per l’associazione?

La manifestazione, in primis per me come privato e negli ultimi anni anche per l’A.L.I., è un punto di riferimento fondamentale della tradizione cremonese della liuteria, in quanto offre un importante momenti di condivisione internazionale in questo campo. Possiamo considerarla il più importante evento dedicato agli strumenti ad arco e a pizzico a livello europeo; è un contesto con cui è essenziale interagire per la vetrina che mette a disposizione. È un momento, insomma, per mostrare la qualità dei nostri prodotti artigianali, mettendoli a confronto con il mercato globale, e al tempo stesso sforzandoci di divulgare collettivamente i nostri valori. Nei tre giorni della manifestazione, in più, non manca occasione per dare il via a nuove cooperazioni con i commercianti italiani o stranieri presenti.

 

Cosa proporrete nell’edizione 2023? Può darci delle anticipazioni?

Quest’anno avremo uno stand associativo in cui presenteremo le opere dei soci dell’A.L.I., impegnandoci per raggiungere il nostro fine comune: presentare ai musicisti il nostro lavoro nell’ottica di creare nuove sinergie con professionisti e appassionati del settore. Da tempo collaboriamo per promuovere non solo il mondo degli strumenti ad arco, ma anche per far conoscere quello degli strumenti a pizzico, dove negli ultimi anni i costruttori italiani si sono fortemente imposti anche a livello internazionale. In tutta questa attività di promozione Cremona Musica ci ha sostenuti e ha dato un contributo importante, rendendoci ancor più competitivi!

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