La classica “cool” di Sollima e Zappa.

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Il geniale violoncellista palermitano riporta sul palco, dopo 30 anni, i brani sinfonici di Frank Zappa.

di Attilia Kiyoko Cernitori

Frank Zappa, Francesco Zappa e Giovanni Sollima. Questi sono i compositori, tanto vicini quanto lontani, protagonisti delle due serate “tutto esaurito” del 4 e 5 maggio scorsi con l’orchestra del Teatro Massimo Bellini, a Catania.
Giovanni Sollima, che si è alternato sul palcoscenico anche come direttore d’orchestra e violoncellista, ha scelto di incentrare il suo programma sulla prima esecuzione, dopo 30 anni, di una selezione delle opere sinfoniche di Frank Zappa, il musicista italo-americano scomparso nel 1993 e noto ai più come icona del rock d’avanguardia. Questi brani, utilizzati come vero e proprio filo rosso del concerto, erano stati pubblicati dalla casa editrice tedesca Schott ma successivamente sono stati fatti sparire dalla distribuzione per volere della moglie di Zappa.

Una vera e propria sorpresa per il pubblico catanese, dunque, e una rivelazione mondiale. Forse non tutti sanno, infatti, che l’autore della canzone “Peaches en Regalia” scrisse il suo primo lavoro orchestrale a soli 14 anni. Il programma presentato ha rivelato così una sapiente e raffinata strumentazione – tra cui la risata degli interpreti prevista in partitura! – capace di mettere in luce l’abilità compositiva zappiana, fedele alla forma ma allo stesso tempo immancabilmente sovversiva. Degno di nota un brano il cui titolo è tutto un programma, Questi cazzi di piccione. La dedica è tutta per Venezia. Gli escrementi dei pennuti abitanti della Serenissima vengono rappresentati da una serie dodecafonica, sulla quale si erge un finale a sorpresa, con alcuni orchestrali che “sparano” (simbolicamente) ad altri colleghi musicisti. Una velata polemica verso la musica classica contemporanea?

Come interludio, sono state presentate quattro opere per violoncello e orchestra. La più curiosa è senz’altro la deliziosa Sinfonia n. 5 con violoncello obbligato di Francesco Zappa, violoncellista milanese nato nel 1717, magistralmente eseguita dal musicista palermitano secondo le regole stilistiche dell’epoca. Il compositore fu riscoperto nel 1984 dal suo omonimo rocker il quale, dichiarando ironicamente il falso, lo aveva annunciato come suo antenato. Infine tre brani di Sollima, a dare risalto al suono rotondo e potente dello strumento, e alla sua incredibile intensità interpretativa. Di particolare intensità Aquilarco II (Hilton’s Drawings), con melodie da cui traspare un’italiana liricità, e Aquilarco III (Ornithomantheia), brano virtuosistico incentrato sul registro più acuto del violoncello, e caratterizzato da ritmi incalzanti e coinvolgenti.

Chiudono la serata gli applausi scroscianti di un pubblico rapito da un programma genialmente innovativo. Laddove la musica classica è alla portata di tutti.

 

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