La storia della musica elettronica si racconta a INNER_SPACES 2016

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Quarto appuntamento per il ciclo INNER_SPACES, la rassegna organizzata da S/V/N/ e San Fedele Musica giunta quest’anno alla seconda edizione. Dopo aver ospitato alcuni fra i massimi esponenti della musica elettronica tout court nei primi tre “episodi”, il percorso tematico presso l’Auditorium San Fedele giunge Lunedì 11 aprile a quella che è forse la sua incarnazione più “colta”. Tematica chiave, condivisa con il FAM – Festival Degli Archivi Musicali nel cui cartellone l’evento rientra, è quella dell’odierno significato della tradizione sperimentale. Come si posiziona, nell’odierno contesto in cui l’elettronica è penetrata nell’espressione musicale a trecentosessanta gradi contaminandone quasi tutti i suoi ambiti, il repertorio da cui essa prese forma? E quale è il ruolo giocato dagli archivi e dalle possibilità aperte dalla digitalizzazione, nella determinazione di questa posizione?

A questa domanda Manuela Benetton, curatrice dell’evento per conto delle due organizzazioni, risponde proponendo tre esecuzioni in cui tradizione e contemporaneità si rivelano nella loro coappartenenza, e la seconda viene messa sotto la lente di ingrandimento degli esponenti della prima. A cominciare dalla selezione di François Bonnet, ai più noto per il progetto Kassel Jaeger, un’incubatrice in grado di collocarsi nella traiettoria di ricerca pragmatica di Editions Mego a partire dalla musique concréte.

Direttore artistico dell’INA-GRM, l’istituzione erede di quel Groupe de Recherches Musicales all’interno del quale l’idea stessa di musique concréte nacque e si sviluppò, Bonnet è anche il curatore di Recollection GRM, collana della stessa Editions Mego che ripubblica in vinile materiali provenienti dagli archivi del Groupe, processo di compimento ultimo della trasposizione dall’analogico al digitale a cui i medesimi materiali sono stati sottoposti negli ultimi anni. E proprio tra questi l’artista parigino ha selezionato i pezzi da eseguire durante il concerto, fra cui spiccano “L’orvietan” di Beatriz Ferreyra e “J’ai eté coupé” di Luc Ferrari.

Sulla medesima traiettoria – evidenziata da nomi come Phillipe Carson e Ákos Rózmann – si collocano le scelte di Mats Lidström, l’ultimo erede della direzione artistica dell’Elektronmusikstudion EMS di Stoccolma, storico complesso di studi che ha ospitato in residenza numerosi ricercatori e musicisti elettronici, e tutt’oggi continua a mettere a disposizione degli artisti più giovani le proprie tecnologie e archivi sonori. Il tutto andando a creare un continumm in cui ciascun artista ha potuto e può fruire delle esperienze precedenti alla propria, lasciando a sua volta un segno in un solco evolutivo in cui passato e presente, tradizione e contemporaneità si implicano a vicenda.

La chiusura della serata è infine affidata al “Williams Mix Extended” di Valerio Tricoli. Una trasposizione dal “Williams Mix” di John Cage che l’artista italiano, fra gli esponenti di punta della novelle vague che ha sdoganato e attualizzato i frutti delle ricerche di Schaeffer, ha realizzato tre anni fa assieme a Werner Dafeldecker, portando la durata da quattro a trentadue minuti e utilizzando più di duemila suoni appositamente registrati. Un’analisi che spazia dalla early tape music fino alla produzione digitale contemporanea, riallacciandosi al tema portante del FAM, il cui convegno si svolgerà nel pomeriggio precedente al concerto e vedrà intervenire, fra gli altri, i tre artisti e Kevin Lewandowski, fondatore di Discogs, forse il maggior esempio odierno del potenziale racchiuso nella pratica dell’archiviazione.

Ecco i programmi delle esecuzioni e tutti i dettagli relativi all’evento:

Lunedì 11 aprile 2016, 20:30
Auditorium San Fedele
Via Ulrico Hoepli 3/a, Milano
Tel. 02 86352231

Mats Lindström – Archivi EMS:

Rune Lindblad, “Die Stille Liebe” (1972) 9’38”
Roberta Settels, “Landscape for 3 tape recorders” (1981), 8’24”
Knut Wiggen, “Sommarmorgon” (1974) 3’47”
Ákos Rózmann, “Impulsione I-III” (1973/74), 10’04”
François Bonnet – Archivi GRM:

Beatriz Ferreyra, “L’Orvietan” (1970), 12’58”
Luc Ferrari, “J’ai été coupé” (1969) 13’52”
Philippe Carson, “Turmac” (1961) 9’45”
Valerio Tricoli:
“Williams Mix Extended” (2012) (composto da V. Tricoli, W. Dafeldecker), 32′

 

 

Fonte: Ondarock

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