Le piattaforme per lezioni di musica online.

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di Smeralda Nunnari

Un effetto “positivo” della pandemia

Uno degli effetti positivi della pandemia è stato quello di accelerare l’evoluzione tecnologica, con uno sviluppo rapidissimo di nuove modalità di comunicazione online. Ciò riguarda anche il modo con cui oggi si può fare musica a distanza: negli ultimi anni sono nate diverse piattaforme che permettono il collegamento in remoto dal vivo con altri musicisti (allievi e insegnanti), eliminando virtualmente il problema della distanza. Se, fino a pochi anni fa, era impensabile poter fare una lezione di pianoforte o violino a distanza, questo è finalmente possibile, anche con una qualità audio ben superiore a quella offerta dalle normali piattaforme di videoconferenza. Negli ultimi tre anni, infatti, sono nate numerose piattaforme pensate specificamente per le lezioni di musica online. Esse puntano a soddisfare le aspettative degli artisti più esigenti, sia dal punto di vista della qualità audio, sia per le funzioni dedicate ai musicisti e alle scuole di musica.

Molte lezioni di musica online, tuttavia, vengono ancora oggi effettuate su piattaforme non progettate per l’uso musicale, ma concepite per videochiamate e conferenze (Skype, Webex, Zoom, Google Meet, Microsoft Teams, etc), e che  quindi non offrono una qualità audio adeguata alle esigenze dei musicisti. Queste piattaforme “generaliste”, infatti, sono calibrate sulla lingua parlata, e tendono a tagliare il segnale audio, per risparmiare sulla banda internet. Applicano, così, dei filtri e delle compressioni che riducono drasticamente la risposta in frequenza e la compressione dinamica, rendendo poco comprensibili le sfumature timbriche degli strumenti musicali, il cui suono può risultare quasi irriconoscibile.

 

Connessione e hardware per una migliore qualità

Una premessa importante, per un lezione di musica online soddisfacente,  riguarda l’uso di un adeguato equipaggiamento tecnico: così come noi musicisti abbiamo cura di accordare il nostro strumento e di preoccuparci delle condizioni acustiche della stanza in cui suoniamo, ugualmente è necessario avere cura di svolgere le lezioni online usando le cuffie e un microfono esterno di qualità. L’uso delle cuffie consente di eliminare, nelle impostazioni di molte piattaforme (anche in Zoom) il filtro “anti-eco”, che è necessario per impedire che il suono dell’altoparlante (quando non si usino le cuffie) rientri nel microfono, creando uno sgradevole effetto “eco” verso l’interlocutore. Usando le cuffie, ed eliminando il filtro “antieco”, si riduce la compressione del suono, e l’ascolto migliora sensibilmente. L’uso di un microfono esterno è altamente consigliabile, in quanto i microfoni incorporati nei computer sono spesso pensati per il parlato e non sono di alta qualità per la musica. Meglio, quindi ancora un microfono esterno collegato tramite la porta USB. Si consigliano i microfoni stereo, con la regolazione manuale del livello audio, in modo da evitare che il suono vada in distorsione.  In alternativa, è possibile regolare il livello del microfono anche dal computer, ma ciò risulta più complesso (specialmente nei PC Windows), e del tutto impossibile nei tablet e cellulari.

Tutte le piattaforme danno i migliori risultati usando un computer (PC o Mac), mentre, se ci  colleghiamo con un tablet o cellulare, la qualità irrimediabilmente sarà inferiore, anche a causa delle restrizioni dell’hardware che impedisce di eliminare del tutto i filtri di compressione audio. Un’ultima raccomandazione riguarda la connessione internet. Le piattaforme specifiche per la musica usano una maggiore quantità di dati, per consentire di avere un segnale audio di alta definizione, e per questo è importante avere una connessione internet stabile, e mai inferiore a 5 Mbps, sia in download che in upload. È possibile fare un rapido “speedtest” del proprio segnale internet sul sito www.speedtest.net.

Per una maggiore stabilità del segnale internet, si consiglia di connettere il computer al modem tramite un cavo Ethernet collegato direttamente al computer (i computer che non hanno una porta Ethernet si possono facilmente collegare tramite un adattatore Ethernet-USB, del costo di pochi euro). Se invece si usa il WiFi, bisogna essere sicuri che il segnale sia stabile, altrimenti andremo incontro a problemi di trasmissione e ricezione, nei casi in cui ci sia un abbassamento del segnale.

 

Skype e Zoom

Ho avuto occasione in queste settimane di testare sette delle piattaforme più usate dai musicisti: due “generaliste“ (Skype e Zoom), e cinque specifiche per la musica: Doozzoo, Forte Lessons, mfClasses, Muzie, RockOutLoud. Ho così avuto modo di confrontare  i diversi livelli di qualità audio, e anche quella che viene definita in gergo la user experience, ossia la facilità d’uso e la logica di funzionamento.

I miei test si sono svolti a parità di equipaggiamento e di connessione, e ho così avuto modo di rendermi conto di quanto diversa possa essere l’esperienza e la soddisfazione delle lezioni di musica online, in base al tipo di piattaforma prescelta e alle proprie esigenze e abitudini.

Per avere un riferimento con il suono standard a cui eravamo abituati dalle prime lezioni online, ho iniziato con Skype (www.skype.com): se, da un lato, ne ho apprezzato l’immediatezza d’uso (e la possibilità di registrare la lezione in cloud a costo zero), dall’altro mi è stato quasi impossibile percepire le sfumature musicali dell’interlocutore, anche usando microfono e cuffie. Skype rimane utile, quindi, per le lezioni in cui la qualità audio non sia importante, ma non è affatto competitiva con le altre piattaforme qui analizzate.

Passando a Zoom (www.zoom.us), il risultato è stato senz’altro migliore, ma a condizione di attivare una opzione che molti musicisti ancora non conoscono: la modalità “High Fidelity Music Mode” o “Modalità musica ad Alta Fedeltà”, che si può selezionare personalizzando il proprio account Zoom dal sito www.zoom.us. A quel punto, andrà poi selezionata questa opzione nelle impostazioni audio della app di Zoom (solo da computer: non è attiva su tablet o telefoni) e, ogni volta che inizieremo una nuova sessione di Zoom, comparirà il pulsante “original sound for musicians” o “audio originale per musicisti”, che dovremo cliccare per attivare la modalità durante quella sessione. Con questo accorgimento (non certo di immediata fruizione), Zoom offre una qualità audio di 96 Kbps in mono (192 Kbps in stereo: per intenderci, come un formato mp3 di media qualità), e riduce la compressione delle dinamiche, sempre a condizione di usare un computer (non un tablet o telefono), con cuffia e  un microfono esterno.  Zoom consente di tenere lezioni fino a 100 persone compresenti, gratuitamente fino a 40 minuti. Per attivare la funzione di registrazione su cloud e la possibilità di fare lezioni più lunghe di 40 minuti, si deve attivare un abbonamento che parte dai 14,99 euro al mese o 139 euro l’anno. La qualità audio è superiore a quella di Skype, ma non pienamente soddisfacente: anche con la modalità “original sound for musicians” attivata, rimangano compressioni di segnale e il suono è sempre poco dettagliato. Inoltre, può capitare, se il maestro parla mentre l’allievo suona, che Zoom metta automaticamente in “mute” uno dei due interlocutori, rendendo difficile commentare una esecuzione in tempo reale. La latenza è anche molto alta (dipende dalla connessione, ma può arrivare a un secondo di ritardo).

 

Cinque piattaforme specifiche per la musica, a confronto.

Anche le piattaforme specifiche per musicisti sono a pagamento: molte di esse, tuttavia, offrono la possibilità di attivare in autonomia un “free trial” per un periodo limitato, e abbiamo quindi sfruttato questa opzione per confrontarle. In questo test non sono invece comprese le numerose altre piattaforme che non offrono un “free trial” attivabile in autonomia, e che obbligano l’utente a contattare il servizio clienti per chiedere una demo o una prova.

Tra le cinque piattaforme specifiche che abbiamo testato, la migliore qualità audio riscontrata è stata certamente quella di mfClasses (www.mfclasses.com), a condizione di collegarsi da computer, con le cuffie e microfono esterno, su browser Chrome. Il segnale audio stereo è estremamente pulito e cristallino, grazie ad una risoluzione audio a 512 Kbps per canale, ossia 1.024 Kbps in stereo. Per intenderci, l’audio di Skype è di circa 10 volte meno dettagliato e quello di Zoom è 5 volte meno dettagliato, nella modalità ““High Fidelity Music Mode”. Anche la latenza è davvero ridotta, consentendo, se collegati con un cavo ethernet  e una rete veloce, di poter quasi suonare insieme, quasi in tempo reale. La qualità video è molto buona e i colori vividi e ben proporzionati. Inoltre, mfClasses fornisce un pratico calendario per il registro delle lezioni, il registro di quelle già effettuate, una libreria  su cui si possono condividere le partiture con gli allievi e accessori utili musicisti durante la lezione, tra cui il metronomo, un accordatore e una rubrica con i contatti di tutti gli utenti con cui si è interagito. Non mancano le comuni funzioni di condivisione dello schermo e la chat durante la lezione. Da poco uscita sul mercato, mfClasses  offre un Free Trial di un mese, e l’abbonamento costa 11.99 euro al mese: meno di Zoom, e senza limiti di tempo di utilizzo, di sessioni o di studenti iscritti alla propria classe. Non offre (ancora) la registrazione delle lezioni, e al momento è limitata all’uso 1-to-1, ma è già annunciata una nuova versione a breve che comprenderà la lezione collettiva e la registrazione su cloud.

Tra le altre piattaforme provate, tutte a pagamento, nessuna ha offerto una qualità paragonabile a quella di mfClasses. Tuttavia, due di esse, Forte Lessons e Doozzoo, hanno dato ottimi risultati audio, offrendo anche la funzione di registrazione e la possibilità di lezioni con tre o più utenti contemporaneamente.

Forte Lessons (www.fortelessons.com), lanciata nell’agosto del 2022, punta a ricreare l’ambiente dell’aula di una scuola di musica, con una qualità audio simile a quella di Zoom in High Fidelity Music Mode, ma senza il problema dell’esclusione dell’interlocutore nel caso di sovrapposizioni del segnale audio. E, dettaglio non secondario, al momento è gratuita. Tra le sue funzionalità prevede l’attivazione e la disattivazione della soppressione del rumore, l’opzione di usare due fotocamere, anche con mirroring, l’uso di un codice QR per individuare la seconda fotocamera, la condivisione dello schermo, un taccuino condiviso, l’upload e archiviazione di file, la registrazione (in mono) delle lezioni e il salvataggio della chat. Il suono è equilibrato, anche si avverte il taglio delle frequenze acute e gravi, e una durata limitata delle risonanze.

Doozzoo (www.doozzoo.com), di proprietà dell’azienda produttrice di pianoforti “Bechstein”, offre numerose funzioni che aggiungono valore alle lezioni: un suono di ottima qualità (a condizione di configurare la massima qualità audio nelle impostazioni, e con l’uso di cuffie), la compensazione della latenza locale (nel caso di riproduzione di files audio registrati su cui suonare insieme), il metronomo, un accordatore, una struttura di archiviazione cloud per conservare e condividere materiali didattici, la registrazione audio-video, un lettore audio che permette riprodurre file pre-registrati, anche editandoli e creando dei loop, collegamenti con webcam multiple per differenti prospettive di visione, una tastiera di pianoforte a 88 tasti a portata di cursore o touch-screen, l’annotazione e la visualizzazione delle note o i passaggi della partitura, la condivisione dello schermo e una room per le lezioni di gruppo. Il costo va da 9.95 euro (senza la registrazione delle lezioni, e con un massimo di cinque studenti in totale) a 29.95 euro al mese (con la registrazione, oltre ad altre funzioni). Abbiamo notato, saltuariamente, un disallineamento tra segnale audio e video durante la lezione, e una qualità video a volte moto definita (anche nei colori), a confronto con le altre piattaforme qui testate.  La qualità audio è analoga a quella di Zoom (192 Kbps in stereo), ma con minore compressione dinamica.

RockOutLoud (www.rockoutloud.live) è una semplice piattaforma creata dall’omonima scuola di musica del New Jersey, che, basata sul sistema open source jitsi meet, offre la possibilità di creare una propria room virtuale in cui fare lezioni di musica online, anche con una lavagna e una tastiera pianistica virtuale. Attivando l’opzione “Enhanced Audio Recognition”, la qualità audio è accettabile, ma non superiore a quella di Zoom. Il punto di forza di RockOutLoud è l’immediatezza d’uso, e il fatto che gli studenti possono anche non creare un proprio account, e collegarsi direttamente alla room del loro insegnante, anche in lezioni collettive. Mancano, però, la funzione di calendario e il registro delle lezioni. Il costo parte da 9.95 dollari al mese.

Muzie (www.muzie.live) è una piattaforma completa, che offre numerosi strumenti per le lezioni ibride, pensando ai tanti insegnanti che oggi alternano lezioni online con lezioni in presenza. Ha anche una app per Android e iPhone, una lavagna e vari strumenti interattivi per la gestione automatizzata dello studio e il suo monitoraggio, fogli di appunti, e molto altro. Tuttavia, la qualità audio è meno buona, scendendo al di sotto della qualità offerta da Zoom. Nella versione completa della funzione di registrazione e di interfaccia multi utente, costa 24 dollari al mese.

 

La nuova frontiera: fare musica da camera in remoto

Ci sono, poi, altre piattaforme e app per lezioni di musica online, che sono nate per suonare “in sync” a distanza. Avendo una latenza audio ridotta al minimo (spesso usando Codec audio proprietari), presentano il video in ritardo sull’audio e non hanno le funzioni specifiche per gli insegnanti di musica (calendari, metronomo, etc.). Sono, in ogni caso, un’ottima risorsa per chi ha bisogno di fare delle prove di musica da camera a distanza. Tra queste, ne segnaliamo due che non richiedono l’uso di hardware aggiuntivo: FarPlay (www.farplay.io) e Elk (www.elk.live), al momento disponibile solo per utenti Mac), che al momento sono gratuite nella versione base. FarPlay offre opzioni ulteriori a pagamento (come lo streaming su YouTube o Facebook, o la registrazione audio multi traccia). L’effettivo funzionamento, vincolato all’uso del cavo Ethernet, dipende molto dalla qualità della banda internet e dalle prestazioni del computer usato, ma può offrire risultati eccellenti per chi ha bisogno di provare in duo o trio a distanza.

 

Cosa ci riserva il futuro?

Il panorama delle risorse per fare musica online è in grande fermento: ogni mese vengono presentate nuove piattaforme e nuove funzioni per le lezioni di musica a distanza. La recentissima evoluzione dell’intelligenza artificiale farà certamente l’ingresso a breve anche tra le risorse destinate alla formazione musicale, e lascia presagire sviluppi impensabili fino a pochi anni fa. Rimane il fatto che si tratta solo di “strumenti” che hanno ragion d’essere solo quando effettivamente posti al servizio della musica e dei musicisti: ognuno di noi potrà scegliere quelli più adeguati e utili alle proprie esigenze.

Del resto, se Debussy sosteneva, in riferimento alla propria musica: «Il secolo degli aeroplani ha diritto alla sua musica», noi parafrasando le sue parole possiamo affermare che anche «Il secolo di internet ha diritto alla sua musica».

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