Uno sguardo al pianoforte di domani. Intervista a Giovanni Iannantuoni.

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di Giulia Olivieri

Dopo una carriera nel mondo della moda, la scoperta del pianoforte e il colpo di fulmine: oggi Giovanni Iannantuoni, 64 anni di Bitonto (Bari), è senior manager di Yamaha Music nel settore Piano Sales & Strategy per l’Italia. Lo abbiamo intervistato per conoscere la sua storia e le novità dell’azienda nata in Giappone nel 1887 e oggi tra i leader mondiali nella costruzione di strumenti musicali, nonché ospite di Cremona Musica International Exhibitions and Festival sin dalla sua prima edizione.

 

 

Dottor Iannantuoni, come è avvenuto il suo ingresso nel mondo Yamaha?

Ben 34 anni fa ho deciso di abbandonare il settore della moda e, da appassionato di musica, risposi a un annuncio della Yamaha. Appena entrato in questo nuovo ambito, mi sono letteralmente innamorato del pianoforte che, fino a poco prima, reputavo piuttosto noioso, austero e troppo… nero [ride]. Non avrei immaginato che sarebbe diventato parte integrante della mia esistenza: col senno di poi, sono davvero fiero e soddisfatto della mia scelta.

 

Il pianoforte è uno strumento nato oltre tre secoli fa, pensa che avrà ancora una lunga vita?

Assolutamente sì! Si tratta di una di quelle invenzioni geniali che si possono certamente migliorare, ma non radicalmente, un po’ come lo è una penna o una matita. Di certo quello attuale non è identico al pianoforte del passato, ma l’idea originaria di creare uno strumento in grado di abbracciare una vasta gamma dinamica e capace di sostituire un’orchestra, tanto da essere considerato il principe dell’epoca romantica, è destinata all’immortalità.

 

Il vostro modello Disklavier è simbolo dell’innovazione tecnologica in ambito pianistico, pur essendo costruito con materiali tradizionali. Quali possibilità offre?

Se suonato in acustico, il Disklavier è un pianoforte classico a tutti gli effetti. Al tempo stesso consente, però, di registrare l’azione dell’esecutore: non soltanto il suono, ma come egli abbassa e rilascia i tasti, o come usa il pedale. Così il musicista può riascoltare e rivivere la sua performance nella sua interezza e migliorarla, ma può anche trasporla, accelerarla, rallentarla. Altra preziosa funzione è la possibilità di connettere il proprio Disklavier a un altro, utilizzando una connessione internet: ne avremo dimostrazione proprio a Cremona Musica domenica 24 settembre, nell’ambito del Disklavier Festival, quando la pianista ucraino-americana Inna Faliks terrà una lezione a distanza con un suo allievo negli Stati Uniti, dall’altra parte del mondo.

 

La vostra azienda investe molto sulle nuove generazioni e crede nei giovani artisti: quali iniziative avete attuato?

I musicisti di domani sono il futuro, perciò è naturale cercare di supportarli: ma nel nostro ambito, purtroppo, raramente i ragazzi vengono retribuiti, credendo che basti loro un po’ di visibilità. La Yamaha non è un organizzatore di eventi ma, in collaborazione con diversi enti italiani, cerca di aiutare giovani pianisti a esibirsi in sale prestigiose, in presenza di un pubblico importante e colto, dando loro anche la meritata soddisfazione economica. Inoltre la Yamaha Music Europe Foundation, sin dalla sua nascita, avvenuta nell’ultimo decennio del secolo scorso con lo scopo di diffondere la cultura musicale, ha erogato oltre un milione di euro in borse di studio, dedicate ogni anno a uno strumento differente: saremo lieti di presentare il nuovo bando (in questa edizione riservato ai pianisti) proprio a Cremona Musica.

 

Può darci qualche anticipazione sui modelli che saranno esposti alla kermesse?

Nell’ambito della fiera esporremo sia il gran coda CFX della Yamaha che il 280 della Bösendorfer, marchio acquisito dalla nostra azienda nel 2008: tengo a precisare che i loro pianoforti continuano a essere autenticamente viennesi, ideati da ingegneri e tecnici austriaci, senza alcuna “contaminazione” esterna. Non mancheranno certo il Disklavier e i nuovi pianoforti Silent e TransAcoustic, che grazie ai progressi tecnologici diventano sempre più raffinati e di qualità.

 

Perché rinnovare ogni anno la vostra presenza a Cremona Musica?

Credo che la grande fortuna di questa kermesse risieda nella sua peculiarità e unicità, anche rispetto ad altri grandi eventi di questo genere in ambito internazionale: non è solo un salone in cui si espongono prodotti – come in qualunque negozio ben assortito – ma una manifestazione vera e propria in cui vivere la musica a 360 gradi, provando strumenti, assistendo a concerti, conferenze, presentazioni di libri. Anche per questa edizione, invito perciò il pubblico a visitare la fiera: ci trovate nella Sala Stradivari, e siamo pronti a stupirvi!

 

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