Da Napoli a Torino, un febbraio di spessore artistico su tutta la penisola.

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di Gabriele Cupaiolo

Appuntamento ormai consueto quello di Torino, ossia il tradizionale Concerto di Carnevale dell’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai: programmato per le ore 20.30 del 21 febbraio (dunque in occasione del Martedì grasso), si avvarrà nella direzione della bacchetta di prim’ordine Kristjan Järvi.

Kristjan Järvi, nato in Estonia da una famiglia di musicisti, ha trascorso buona parte della propria vita a New York; direttore d’orchestra, produttore, compositore e arrangiatore, è ben noto agli addetti ai lavori per la sua personalità fuori dagli schemi, nonché per il suo atteggiamento alla musica secondo modalità del tutto anticonformiste; presenzia con regolarità sui maggiori palcoscenici internazionali, dove lavora non solo su grandi compositori classici quali Tchaikovsky e Wagner, ma persino su musicisti quali Steve Reich e i Radiohead, passando per il sentiero delle proprie produzioni originali; insomma, le barriere di genere non sono accolte entro la sua sfera d’idee.

Artista esclusivo BMG, Järvi ha inciso più di 60 album; dirige inoltre la sua società di produzione Sunbeam Productions, e nel 2020 ha fondato la propria etichetta nEscapes.

Contestualmente al concerto piemontese l’estrosa bacchetta di Kristjan Järvi guiderà l’OSN Rai all’interno di un estroso sentiero musicale trapunto di musiche di Rossini, Berlioz, Dvořák, Debussy, Johann Strauss padre e figlio, Offenbach e del meno noto compositore nordamericano Ferde Grofè.

La Stagione 2022/23 del Teatro San Carlo di Napoli, in trasferta al Politeama da gennaio a marzo a causa dei lavori di restauro riguardanti la Sala del Lirico partenopeo, presenta un importante appuntamento con la danza: dal 21 febbraio al 28 marzo 2023 andrà in scena il dittico intitolato Il Balletto romantico, comprendente Les Sylphides di Michel Fokine e Napoli di August Bournonville, eseguiti entrambi su musiche registrate.

Protagonista sarà il Corpo di Ballo del Teatro San Carlo (recentemente ampliato a 40 elementi stabili), diretto da Clotilde Vayer.

Ad aprire Les Sylphides concorrerà il celebre balletto di Michel Fokine (San Pietroburgo 1880 – New York 1942). Realizzato a partire da musiche di Chopin orchestrate per mano di Alexander Glazunov, il lavoro dell’ispirato coreografo russo rappresenta un intrigante omaggio ai balletti di romantica memoria e all’ethos che ne caratterizza la maggior parte – il titolo richiama infatti, quello dell’archetipo dei ballets blancs, La Sylphide, concepito nel 1832 a Parigi da Filippo Taglioni e avente come protagonista la figlia Maria Taglioni; proprio August Bournonville realizzò, nel 1836 – a Copenaghen -, la celebre versione giunta fino a noi.

L’ideazione di Fokine, definita alla stregua di un sogno romantico, non si fonda sulle classiche fondamenta dello sviluppo narrativo comunemente inteso, bensì esprime un sentimento atemporale e quasi un’impressionistica atmosfera. Il balletto, infatti, coincide in un atto unico che non espone storia alcuna, ma mette in scena la danza boschiva delle silfidi, al chiaro di luna e al cospetto di un giovane poeta sognatore, unica figura maschile del lavoro. Les Sylphides fu rappresentato per la prima volta nel 1909 al Théâtre du Châtelet di Parigi, grazie al lavoro dei Ballets Russes di Sergej Djagilev.

La seconda parte del dittico è dedicata ad un altro balletto famoso, Napoli o Il pescatore e la sua sposa, ispirato proprio dal soggiorno partenopeo dell’autore, il grande danzatore e coreografo franco-danese August Bournonville (Copenaghen 1805 – 1879). Il balletto debuttò nel 1842 al Teatro Reale Danese di Copenaghen, ed è tuttora nel repertorio del Ballo del Kongelige Teater, una delle compagnie più antiche d’Europa.

August Bournonville, durante il suo soggiorno italiano – scritturato come primo ballerino al Teatro San Carlo di Napoli e alla Scala di Milano –, raccolse molte suggestioni che rielaborò anche in un lavoro come Napoli, considerato il frutto della sua acme insieme a La Sylphide.

Ispirato dalle bellezze della città partenopea, specialmente dai suoi scorci di panorama e dai suoi orizzonti incantevoli, nonché dal popolo e dalla musica, Bournonville diede alla luce un libretto innalzato su uno dei temi classici del balletto romantico, ovvero l’interesse per la vita degli umili. Strutturato in tre atti, Napoli narra la storia di Teresina e del suo futuro sposo, il pescatore Gennaro. Durante una gita in barca, Teresina cade in mare a causa di una tempesta; salvata dalle Nereidi, viene portata nella Grotta Azzurra dell’Isola di Capri, regno di Golfo, lo spirito del mare, che se ne invaghisce e la trasforma a sua volta in Nereide. Grazie ad una miracolosa immagine della Madonna donatagli da un frate, Gennaro riesce a liberarla e a ricondurla a sé, ma il popolo lo accusa di stregoneria a causa del mirabolante prodigio. A venire in soccorso sarà proprio il frate, che attribuirà la responsabilità del salvataggio all’intervento miracoloso, cosicché la storia finisca felicemente sulle note di una tarantella celebrativa del trionfo amoroso.

Le musiche di ben quattro compositori, Niels Wilhelm Gade, Edvard Helsted, Hans Christian Lumbye e Holger Simon Paulli, rievocheranno vividamente la Napoli del 1800, rendendo palpabile la bellezza di una città piena d’arte e di cultura, ma anche cara ad un popolo allegro e solare.

 

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