Dalla Svezia a Cremona, uno sguardo globale sul pianoforte. Intervista a Patrick Jovell.

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di Giulia Vazzoler

Si emoziona, Patrick Jovell, quando pensa ai violini di Stradivari. Per lui, pianista svedese, cresciuto fra le atmosfere rarefatte della Scandinavia, poter ammirare gli strumenti dei liutai cremonesi è come camminare sul set cinematografico di un film che lega il passato al presente e al futuro.

Pianista concertista di successo, già docente ai conservatori di Göteborg in Svezia e di Tilburg nei Paesi Bassi, è anche didatta e studioso di musica e cinema. Il suo interesse nei confronti di Alexander Scriabin lo ha portato a ottenere diversi diplomi in Musicologia e Performance, fra cui un Master presso la University of California e un dottorato presso l’École des Hautes Études en Sciences Sociales – IRCAM di Parigi. Patrick Jovell è stato membro del consiglio direttivo di EPTA (European Piano Teachers Association) per la Svezia, ed è il fondatore di PianoStreet.com, uno dei portali online di riferimento per i pianisti di tutto il mondo. Ospite di Cremona Musica da dieci anni, in questa intervista ci racconta dei suoi progetti di divulgazione musicale e del suo rapporto con l’Italia, oltre a regalarci un insolito spaccato della kermesse, vista con gli occhi di un musicista nordeuropeo.

 

Maestro Jovell, lei è un pianista concertista di successo. Come è nata l’idea di costituire un sito web dedicato al pianoforte?

Per caso [ride]. Come talvolta accade nella vita, anche PianoStreet.com è il frutto di una serie di incontri e di coincidenze fortunate. Nel 2005, all’interno del direttivo di EPTA-Sweden, ho conosciuto Johan Sandback: anche lui pianista, durante i suoi studi a Londra Sandback aveva dato vita a PianoForum.net, che ben presto era diventato il più grande forum online al mondo di discussione sul mondo del pianoforte, e aveva in animo l’idea di sviluppare le potenzialità del suo sito. Gli ho suggerito di affiancare al forum una biblioteca di partiture pianistiche e altre risorse online che potessero essere di interesse per pianisti di vari Paesi, e così abbiamo fondato PianoStreet.com. In un secondo momento si è aggiunto al team anche il pianista David Wärn, che ha portato ancora nuovi contenuti al nostro portale.

 

Quali sono le caratteristiche che hanno fatto di Pianostreet.com uno dei siti più frequentati dai pianisti di tutto il mondo?

La carta vincente è senz’altro la gratuità combinata con la genuinità dei contenuti: con la free-membership l’utente può usufruire gratuitamente di molte risorse presenti sul sito, inclusa una gran parte della biblioteca, ma nonostante ciò – e questo aspetto tengo a sottolinearlo – non abbiamo mai accettato pubblicità sul nostro sito. Il portale, inoltre, dispone di una pluralità di archivi, vastissimi e su media diversi. Ad esempio, proponiamo il più grande servizio di audio streaming al mondo, e il News Flash Archive, che include un calendario di concerti trasmessi online, recensioni di novità discografiche e notizie sul pianoforte.

 

Lei è ospite di Cremona Musica da 10 anni. Come è nato il legame con la città del violino?

Ho conosciuto la fiera grazie alla European Piano Teachers Association, quando ho accompagnato due giovani pianisti svedesi che si sono esibiti durante la manifestazione. Ero rimasto impressionato già all’epoca dalla programmazione della kermesse, soprattutto perché dava una possibilità concreta agli artisti di interfacciarsi e di confrontarsi con il mercato musicale. Oggi, Cremona Musica è una manifestazione di grande respiro internazionale, e questa evoluzione la attribuisco anche alla lungimiranza del coordinatore artistico Roberto Prosseda. Per PianoStreet.com, Cremona Musica è una fonte imprescindibile di contenuti e di notizie legate al mondo del pianoforte, anche per quanto riguarda la divulgazione musicale e la didattica.

 

Com’è stato l’impatto con Cremona, e con l’Italia, per un artista svedese?

Toccante, emozionante, a tratti sconvolgente. Visitare il Museo del Violino, poter toccare i tesori forgiati dalle mani di Stradivari, Guarneri e Amati e poi, pochi metri più avanti, le creazioni all’avanguardia dei liutai moderni, è stato quasi surreale. Voi italiani siete cresciuti dentro un museo a cielo aperto, dentro la storia… come nel set di un film, dove il passato vive ancora fianco a fianco con il contemporaneo. Da scandinavo, l’esperienza italiana mi lascia sempre senza fiato.

 

Come definirebbe il mercato musicale italiano in rapporto al mercato globale?

L’Italia è una grande nazione sotto il profilo culturale, ed è il Paese degli inventori: basti pensare a Fazioli, che io stesso ho avuto l’onore di promuovere in Svezia. Poi, come musicista, non posso non rilevare il grande numero di eccellenti pianisti italiani che calcano i palcoscenici di tutto il mondo e che si distinguono nei più importanti concorsi internazionali. Per non parlare del numero infinito di concerti e di festival che l’Italia può vantare, e che si tengono in luoghi meravigliosi, ricchi di arte e di storia.

 

È una risposta lusinghiera… quindi cosa direbbe a chi rileva alcune criticità sul nostro modo di fare musica?

Le rispondo così: tutto il mondo è paese [ride]. Naturalmente ci sono degli aspetti, soprattutto che riguardano la didattica, che andrebbero svecchiati. Ho anche sentito delle lamentele riguardo al fatto che il mercato italiano è saturo. Ma questo, ormai, succede dappertutto: oggigiorno, per sopravvivere nel mondo musicale, bisogna sapersi creare una propria nicchia, sviluppando competenze diverse. Il mondo è diventato multidisciplinare e multiculturale, in Italia come in Svezia o altrove. Ho incontrato tanti musicisti che sono maturati molto studiando all’estero, anche attraverso i programmi Erasmus dell’Unione Europea. Tutti i giovani che crescono facendo esperienze internazionali, acquisendo conoscenze che poi portano nella loro nazione di origine, danno un valore aggiunto alla loro formazione.

 

Cosa si aspetta dall’edizione 2023 di Cremona Musica?

Sono troppo vecchio per vivere di aspettative [ride di nuovo]. Ormai sono un habitué, e non sono mai stato deluso da questa esperienza. Ho trovato un interesse in costante crescita relativo a temi di respiro internazionale, che riguardano non solo il mercato ma anche la didattica. Per me, l’educazione musicale è un argomento di primaria importanza, perché senza di essa non vi sono i presupposti per sviluppare una rete economica fiorente. Cremona Musica ha un grande successo perché è capace di attrarre musicisti con un alto livello di competenza provenienti da tutto il mondo, e sono certo che anche quest’anno nasceranno nuove proposte e nuove sinergie.

 

[in foto: Patrick Jovell con il pianista canadese Tony Yang, il più giovane premiato nella storia del concorso Chopin di Varsavia]

 

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