(di Stefania Bernacchia) Tommaso Gimignani, cantante, musicista, compositore, si racconta a TGmusic.it.
Poco più che ventenne, il giovane italiano, nato e cresciuto a Roma ma con le radici a Viareggio, viene da una famiglia che la dice lunga in tema di arte, musica e cinema. Il nonno, Michelangelo Cupisti, indimenticato artista, pittore e cantante e la madre Barbara, attrice e regista hanno sicuramente trasmesso al giovane la passione per ciò che può definirsi arte nella sua accezione più completa. Ma ascoltiamo direttamente da lui come nasce questa passione e quali sono i suoi progetti per il futuro.
Ciao Tommaso, per prima cosa raccontaci un po’ chi sei.
Sono Tommaso, amo la musica piu’ di ogni altra cosa al mondo. Non sono un idealista, gli ideali sono tali perche’ distanti, mi sento invece estremamente vicino a cio’ in cui credo, alle cose che voglio, forse perche’ non ho alcuna paura di spingermi ovunque per ottenerle.
Parlaci della tua formazione musicale: hai iniziato presto a dedicarti allo studio della musica?
Ho iniziato a suonare il pianoforte quando avevo 6 anni, c’era un insegnante nella mia scuola elementare che dava lezioni il pomeriggio, da lì inizio’ tutto. Per qualche anno continuai a studiare con diversi insegnanti, ma la curiosita’ mi porto’ presto a diventare autodidatta, sperimentando diversi strumenti come chitarra, batteria, e tanti altri fin quando a 17 anni decisi di cominciare a studiare canto alla Roma Rock School, con Serena Ottaviani. Fu proprio lei pochi anni dopo a farmi scoprire l’esistenza del Musicians Institute di Los Angeles, college che ho frequentato e nel quale mi sono diplomato in Vocal Performance e Contemporary Music lo scorso giugno 2015.
Hai realizzato la colonna sonora per tre Documentari prodotti da Rai Cinema: come nasce l’idea di questa collaborazione? Hai accettato subito o hai avuto qualche perplessità nell’affrontare un impegno così importante?
Il fatto che fossi presente in molte delle riprese, lavorando come tecnico del suono e a stretto contatto con la crew, di sicuro ha aiutato moltissimo. Tutte le persone coinvolte nella creazione di questi documentari hanno deciso di darmi una possibilita’ fin dall’inizio, e quando l’ho saputo ovviamente ho accettato subito! Non aspettavo altro che un’opportunita’ del genere per mettermi alla prova e scoprire cosa fossi davvero in grado di fare, fino a quel momento comporre musica era solo un mio momento privato, quasi religioso. Era giunto il momento di aprirmi agli altri.
Dove avete svolto le riprese? Eri presente nei luoghi descritti nei documentari?
Ero presente nei campi profughi di Dadaab in Kenya e in India, specialmente nel Laddakh, dove si ambienta la maggior parte di Esuli-Tibet.
Deve essere stata un’esperienza davvero unica. Raccontaci le tue impressioni e le tue emozioni vissute.
Ogni luogo che ho visto, ogni volto che ho incontrato, ogni voce ed ogni suono che ho udito mi hanno dato il coraggio per essere sempre me stesso e per non lasciarmi mai fermare da niente e da nessuno; purtroppo alcune persone vivono senza alcuna possibilita’ di scelta, e nel loro nome faccio le mie ogni giorno. Nella nostra piu’ sofisticata forma di schiavitu’, siamo comunque liberi di prendere le nostre decisioni. Non lo si puo’ dare cosi’ per scontato.
Il primo dei tre documentari, Esuli – Le Guerre, ha vinto un Nastro d’Argento Speciale e sta riscuotendo successo di critica anche a livello internazionale. Cosa hai provato nel far parte, seppur ancora molto giovane, di una produzione così riconosciuta e premiata?
Forse devo ancora ben realizzare cosa sia un Nastro d’Argento, ma non sono mai stato un grande fan dei premi. Il valore di quel film e’ sempre stato lo stesso fin dall’inizio, e’ straordinario per le storie che racconta, per l’amore e la cura impiegati nella sua realizzazione, non per il luccichio di una targhetta, ne’ tantomeno per il bel suono del nome incisovi sopra. Tuttavia sono davvero grato dell’apprezzamento e dalla riconoscenza per la grandezza di quel progetto, che rimane la linfa vitale di una premiazione, cio’ che in primis ha fatto sì che avvenisse. Sono fiero ed onorato per aver potuto mettere del mio in questo film, e negli altri ancor di piu’!
Tommaso, Come si fa a scrivere una colonna sonora?
Non esiste una formula. Ogni musicista scrive nella sua maniera, io ad esempio utilizzo metodi diversi, a volte suono direttamente sulle immagini, alcuni brani devono funzionare precisamente su un momento specifico del film, ma spesso preferisco guardare tutto il materiale, aprirmi al significato del messaggio, digerire il tutto e creare brani che vestino il senso del film, sempre a modo mio e con il mio gusto personale. E’ qui’ che il musicista deve utilizzare tutta la sua sensibilita’, i brani devono essere al servizio delle immagini, ma per fare questo non serve sempre limitarsi alla durata di una scena; sempre meglio lasciarsi influenzare dalla storia nella sua interezza, dai volti nelle loro espressioni, e dal naturale scorrere del tempo, sia nel film che nel musicista.
Come trai ispirazione e come riesci a trasformarla in musica?
L’ispirazione non ci appartiene. Viene e va, circola nell’aria e ti colpisce con le sue frustate. Per trasformarla in musica serve pazienza e tempo, istinto e dedizione, ma anche l’amore sfrenato per la scrittura funziona benissimo.
La musica e’ come acqua, noi siamo solo bustine di the’, che rilasciano il proprio sapore e colore quando essa ci attraversa.
Progetti futuri?
Sempre piu’ musica, in diverse forme. Sto scrivendo diversi brani che includero’ in un progetto solista, non legati ad un film, semplicemente la reale espressione di me stesso priva di ogni vincolo o pressione. Al momento giusto.
La tua esperienza musicale non si limita alla produzione di colonne sonore, sei anche il frontman e songwriter di una giovanissima alternative-rock band californiana.
Da circa un anno sono il frontman degli Space Lemon, suoniamo alternative rock in California e tutta la West Coast. Siamo 4 ragazzi da 4 paesi diversi: Ignacio “Nacho” Zas da Montevideo, Uruguay, alla chitarra; Felipe Archer da Rio de Janeiro, Brasile, al Basso; la mitica Ale Robles da Monterrey, Messico, alla batteria, e poi ci sono io, Tommaso Gimignani, da Roma, voce e testi.
Siamo persone diverse, con culture diverse e gusti diversi, ma l’amore per il rock ci avvicina e la forza del nostro sogno ci spinge sempre avanti. Non cerchiamo necessariamente di fondere le nostre culture, perche’ proprio dagli scontri di quest’ultime nascono grandi idee, cosi’ come diversi elementi collidono nell’universo, formando stelle, pianeti e interi sistemi.
Abbiamo rilasciato il nostro debut EP lo scorso Giugno 2015, lo si puo’ trovare online praticamente ovunque, spotify, itunes, youtube, soundcloud, bandcamp e tante altre piattaforme; inoltre, sempre su youtube, abbiamo rilasciato il video ufficiale del nostro singolo “Alone Again”. Siamo impegnati ora nella scrittura del nostro primo full lenght Album, che verra’ sicuramente seguito da un tour! Nel futuro vorrei riuscire a portare il nostro sound in Europa, magari proprio in Italia, ma considerando la quantita’ di lavoro che tutto cio’ richiede, andremo avanti un passo alla volta. Il futuro e’ incerto, e forse questo e’ cio’ che mi spinge di piu’ a scoprirlo! Ma sempre con la testa sulle spalle, i piedi nella terra e gli occhi e il cuore verso l’infinito.
Tommaso, ti auguriamo davvero il meglio, che possano avverarsi tutti i tuoi sogni e progetti; ma siamo sicuri che con la grinta che hai, raggiungerai traguardi ben più lontani da quelli che ti sei prefissato adesso. La Versilia tutta è orgogliosa di te.
Di seguito riportiamo il video: Alon Again degli Space Lemon di cui Tommaso è voce e testi
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