Debussy: Les sons et les parfums tournent dans l’air du soir (I suoni e i profumi vagano nell’aria della sera) da I fiori del male di Baudelaire al IV Preludio.

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di Smeralda Nunnari

«Mi persuado, sempre di più, che la musica non è, nella sua essenza, una cosa che possa calarsi in una forma rigorosa e tradizionale. Essa è fatta di colori e di tempi ritmati […]. Quello che vorrei fare, è qualcosa di più sparso, di più diviso, di più slegato, di più impalpabile, qualcosa che sia disorganico in apparenza, eppure fondamentalmente ordinato; una vera folla umana in cui ogni voce sia libera, eppure tutte le voci riunite producano un’impressione ed un movimento d’insieme». (Claude Debussy)

 

L’audace compositore e pianista francese, nato a Saint-Germain-en-Laye nel 1862, con la sua avversione verso regole sintattiche e procedimenti di sviluppo prestabiliti, riesce a liberare la musica dall’influenza di Richard Wagner contrapponendo, alla potenza di quell’arte, il culto della raffinatezza e dell’eleganza. La musica francese, grazie alla ricchezza delle sue innovazioni, raggiunge un’altezza mai prima conosciuta, che lo porta ad affermare: «Rassicuratevi, invano cercherete le colonne nella mia musica, le ho tolte»

Frequentatore di circoli letterari e artistici parigini, amico intimo di molti pittori e poeti, tra cui Stéphane Mallarmé e Paul Verlaine, il compositore riesce a esprimere, attraverso le sue note, vere e proprie immagini e tematiche poetiche di quegli anni, caratterizzate dal clima culturale ricercato e decadente, venutosi a creare a partire da Charles Baudelaire. Influenzato dal movimento simbolista francese, affascinato dalla dimensione misteriosa della realtà, del sogno, dalla musicalità della parola, condivide con gli impressionisti l’attenzione per la natura, interpretandoli con un nuovo linguaggio musicale, ribellandosi, però, a qualsiasi categorizzazione, riguardo la collocazione critica delle sue opere.

Nei suoi due Livrés contenenti ciascuno dodici composizioni per pianoforte di tonalità e ispirazioni differenti, composti tra il 1909 e il 1913, l’artista, adotta la forma di preludio, in modo inedito. Tale forma in passato annunciava un’altra composizione, per esempio in Johann Sebastian Bach una fuga e in Wolfgang Amadeus Mozart una fantasia, mentre nell’Ottocento divenne un pezzo autonomo. Tra i compositori più celebri di preludi per pianoforte vi è Fryderyk Chopin. Ma Debussy non segue nessun’orma, pur assumendone l’antica terminologia, la caratterizza con la propria personalità artistica, insieme a un dosato controllo delle proprie emozioni.

Les sons et les parfums tournent dans l’air du soir è il quarto tra i Préludes del primo dei due Livrés, il cui titolo sorge da un verso di Charles Baudelaire, tratto da Harmonie du soir (Armonia della sera), lirica della raccolta Les Fleurs du mal (I fiori del male). Lo schema di  tale poesia è caratterizzato dalla ripetizione del secondo e quarto verso di ogni strofa nel primo e terzo della successiva. La grande musicalità di questa poesia è data dall’effetto melodico della ripresa dei versi, nelle quattro quartine:

 

Ecco giungere il tempo in cui, fremente sullo stelo,
come un incensiere fumiga ogni fiore.
I suoni e i profumi vagano nell’aria della sera,
valzer malinconico e languida vertigine!

 Come un incensiere fumiga ogni fiore.
Come un cuore afflitto il violino freme,
valzer malinconico e languida vertigine!
Il cielo è triste e bello come un grande altare.

 Come un cuore afflitto il violino freme,
un cuore generoso che odia il nulla immenso e nero!
Il cielo è triste e bello come un grande altare:
è annegato il sole nel suo sangue denso.

 Un cuore generoso, che odia il nulla immenso e nero,
conserva ogni reliquia del passato luminoso!
È annegato il sole nel suo sangue denso…
il tuo ricordo in me splende come un ostensorio!

 

Un lirismo poetico che Debussy riesce a trasporre in musica nella tonalità di La maggiore. Modéré, harmonieux et souple sono le prime indicazioni di questo brano, in cui il compositore evoca l’affascinante incanto di suoni e profumi danzanti nella sera. La musica si snoda come valzer melanconico e languida vertigine, celebrandone la cadenza. Una delicatissima melodia, appassionata e sensuale, che procede dolcemente, con ricorrenti oscillazioni di tempo. La scrittura pianistica dell’intero preludio riesce a esprimere un’eccezionale morbidezza e armoniosità. Un nuovo tessuto musicale, attraverso un sorprendente concatenamento di gruppi di suoni. Il movimento ternario del valzer scaturisce spontaneo e percorre quasi tutta la composizione esaltando la suggestione sonora dei versi di Baudelaire.

 

Pierre Boulez, grande direttore d’orchestra, compositore e saggista del Novecento, considera che «come la poesia moderna sta ai poemi di Baudelaire, così la musica moderna ha le sue radici in Debussy.»

 

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