Duo Aetneo – Rota, Fuga, Musumeci – Per violino e pianoforte

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di Ruben Marzà

Una luce calda, un’ariosità tutta mediterranea attraversano le tre tappe di questo pregevole lavoro; a voler ignorare le origini dei compositori, verrebbe da considerarla un’opera “autoctona”, musica concepita nella luminosa Sicilia e lì raccolta e interpretata da un ensemble, il Duo Aetneo, che già dal nome rivendica con orgoglio la propria provenienza.

E invece parliamo di un programma scritto per due terzi da compositori nati nell’Italia settentrionale: Nino Rota (milanese) e Sandro Fuga (veneto) aprono infatti la strada al catanese Matteo Musumeci, conterraneo dei musicisti – Alessio Nicosia al violino e Antonino Spina al pianoforte – e autore del brano a loro dedicato, qui presentato per la prima volta. Certo, non serve spendere parole sul legame profondo di Rota con la cultura musicale del sud Italia (a lui si deve, tra l’altro, la nascita dei Conservatori di Monopoli e Matera); ma il fil rouge che attraversa il disco è, più che geografico, emotivo ed estetico. Tre opere concepite nell’arco di quasi 100 anni (la Sonata di Rota fu scritta nel 1936, quella di Fuga nel 1989, mentre il brano di Musumeci risale al 2020), e tuttavia accomunate da una visione del duo violino-pianoforte estremamente lirica e godibile, capace di esaltare le qualità tecniche e interpretative dei musicisti senza tuttavia allontanare neanche per un istante l’ascoltatore, anzi accompagnandolo con dolcezza e sapienza.

La Sonata di Nino Rota è pervasa da un sapiente utilizzo dei timbri e delle sonorità; tutti e tre i movimenti, pur senza mai uscire dai confini della tonalità, riescono a stupire grazie alla freschezza dell’invenzione melodica e all’espressività dell’interpretazione, nei momenti cantabili come in quelli più vivaci.

Non si avverte, nel passaggio alla Terza Sonata di Sandro Fuga, il salto di oltre mezzo secolo: la scrittura resta legata a un linguaggio post-romantico assai espressivo e cantabile. Le doti tecniche del Duo vengono messe in particolare risalto nel Vivo, non a caso scelto per la promozione del disco in un simpatico video.

Con il brano di Musumeci (dall’enigmatico titolo Venti Cinque Venti, in tre ampi movimenti) l’espressività e l’ariosità che permeano il disco si combinano a un approccio ritmico post-minimalista: il primo movimento è dominato da una sorta di ostinato che passa da uno strumento all’altro e che ritornerà alla fine dell’intero brano, dopo un secondo movimento molto lirico e un’ariosa sezione a tempo di valzer. Il finale in diminuendo chiude con delicatezza il brano e l’intero disco, a sugello di un’ora di musica estremamente godibile e coinvolgente.

Ottima la performance del Duo Aetneo, forte di un’esperienza quasi ventennale che emerge nel grande affiatamento e nella solidità dell’insieme. Speriamo sia solo l’inizio di un’esplorazione discografica del repertorio moderno e contemporaneo per violino e pianoforte, repertorio sul quale questo lavoro ha gettato un primo, curioso sguardo.

 

Duo Aetneo

Alessio Nicosia – violino

Antonino Spina – pianoforte

 

Rota, Fuga, Musumeci – Per violino e pianoforte

 

Nino Rota (1911-1979) – Sonata per violino e pianoforte

Sandro Fuga (1906-1994) – Terza Sonata per violino e pianoforte

Matteo Musumeci (1976) – Venti Cinque Venti, Op. 106

 

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