“La grande porta di Kiev” sublimata dalla musica sinestetica di Modest Petrovič Musorgskij e dai suoi forti sentimenti nazionalistici.

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di Smeralda Nunnari

«Caro Generalissimo, lavoro a tutto vapore ai Quadri, come ho lavorato a tutto vapore ai tempi del Boris. Le note e le idee vorticano nell’aria; io le divoro con fame febbrile e trovo appena il tempo di schizzare ogni cosa sulla carta […] I trapassi sono riusciti, grazie alle promenades. […] Il mio stato d’animo si fa luce negli interludi. Fino ad ora sono soddisfatto. Vi abbraccio e sento che mi benedirete per quanto faccio – e quindi, beneditemi!»

(M. P. Musorgskij a Vladimir Stasov)

 

La grande porta di Kiev, gran finale della famosa suite Quadri di una esposizione del compositore russo Modest Petrovič Musorgskij, rappresenta la celebrazione del nazionalismo culturale ottocentesco di cui diviene interprete. Con il suo Gruppo detto dei Cinque, capeggiato da Milij Balakirev, di cui fanno parte, anche, Cezar’ Kjui, Nikolaj Rimskij-Korsakov e Aleksandr Borodin, dà vita alla scuola nazionale russa, ad uno stile tipicamente russo.

La grande quantità di colori presente nei Quadri testimonia la potenza visionaria che caratterizza la creatività del compositore. L’opera per pianoforte viene composta nel 1874, per onorare la memoria dell’amico pittore e architetto Viktor Aleksandrovič Hartmann, morto l’anno precedente a soli trentanove anni, con cui ha condiviso gli stessi sentimenti nazionalistici e lo stesso ideale estetico, ponendo l’arte e l’anima russa e le sue tradizioni al centro dei propri interessi e del proprio lavoro. La morte prematura dell’amico architetto segna emotivamente tutti i componenti del gruppo.

Un anno dopo, si realizza l’idea di una mostra commemorativa nell’Accademia russa di belle arti a San Pietroburgo, su iniziativa di Vladimir Vassil’ević Stasov, comune mentore che lo lega a Hartmann. Lo stesso compositore contribuisce all’iniziativa prestando alcune opere della sua collezione. L’allestimento della retrospettiva in cui vengono esposte circa 400 opere del pittore, coinvolge tutta la cerchia dei suoi amici, toccando profondamente l’animo di Musorgskij che nel giro di poche settimane compone i Quadri di un’esposizione. Ispirati a una serie di dipinti, disegni e schizzi dell’amico.

L’opera si sviluppa in dieci brani di straordinaria potenza emotiva, caratterizzati da una sapienza compositiva, architettonica e presentano una peculiare ricchezza ritmica, insieme a novità timbriche e armoniche, ognuno dei quali porta il titolo di un quadro di Hartmann. La composizione rappresenta un percorso ideale, dove a pagine descrittive, in cui l’autore rende in musica le suggestioni iconografiche creando quadri musicali, si alternano, spesso, brevi interludi musicali, Promenade, che indicano il movimento dell’osservatore da una tela all’altra. Un filo conduttore che introduce o collega gli episodi presentando lo stesso tema, con qualche significativa mutazione. Efficace nel descrivere uno stato d’animo diverso rispetto al quadro osservato prima, per raccordare sostanziali variazioni di tonalità, di ritmo e forti contrasti tra un soggetto e l’altro.

Il progetto di Hartmann per una porta monumentale commemorativa in onore dello zar Alessandro II, scampato a un tentativo di assassinio, nella città di Kiev, offre a Mussorgskij la possibilità di esaltare con toni imponenti e trionfali tutta l’antica storia gloriosa della Russia.

La struttura, in stile russo antico, con la cupola a forma di elmo slavo, dotata di imponenti torri e di una piccola chiesa con pesanti campane di bronzo che avrebbe dovuto sostituire le vecchie porte di legno di Kiev risultata vincitrice, in un concorso nazionale, non ha trovato di fatto la sua realizzazione architettonica. Il decimo brano dei Quadri di Mussorgskij, in Mi bemolle maggiore, nel metro di 4/4 Allegro alla breve. Maestoso. Con grandezza, è riuscito a renderla intramontabile e eterna, attraverso l’apoteosi di una Russia epica, religiosa ed eroica.

Il movimento con un grandioso tema principale glorifica la Promenade di apertura, così come il nono brano che lo precede Baba-Yaga, amplifica il primo de Lo gnomo. Il solenne tema secondario è basato su un inno battesimale tratto dal repertorio dei canti del rito ortodosso. Il componimento ha la forma di un rondò, ricco di episodi e variazioni, con due sezioni principali: ABAB|CADA. La prima parte del movimento rispetta la struttura di uno schema ABABA. La sua improvvisa interruzione con nuova musica appena prima della sua conclusione attesa conferisce al seguito un senso di vastità: questo esteso e grandioso finale fa da coda alla suite.

Per Musorgskij, che cerca di affogare il dolore per la morte dell’amico nell’oblio della bottiglia, la propria creazione artistica diventa un momento di catarsi. L’autore attraverso la musica riesce ad esprimere i propri sentimenti, placare la propria sofferenza e trovare, in qualche modo, una risposta ai propri interrogativi. La grande porta di Kiev, evocazione musicale che chiude i quadri, acquista un prestabilito valore simbolico: i suoi pesanti battenti sembrano aprirsi, nella contemporaneità di ogni esecutore e ascoltatore, verso un futuro sempre nuovo. Ravel nel 1922 effettua una magistrale trascrizione orchestrale nel rispetto dello spirito e della geniale stesura pianistica del compositore russo.

 

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