Più antica della parola, alcuni strumenti musicali risalgono a oltre 40 mila anni fa. Com’è nata la musica? E perché?

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La capacità degli ominidi di emettere suoni a intonazione variabile prova che la musica apparve prima della parola: lo afferma Jeremy Montagu (università di Oxford), che in un corposo saggio affronta la questione della nascita dell’espressione musicale sulla base di reperti archeologici (come tubi ossei fatti con ossa alari di cigni e avvoltoi databili tra 39.000 e 43.000 anni fa) e resti di ominidi. In questo caso, è naturale, non si parla di note, armonia e altri concetti molto vicini a noi: nel suo saggio Montagu si chiede piuttosto qual è il potere della musica, considerata la sua presenza costante e importante nelle società umane. Le risposte suggeriscono che la storia della musica è la storia dell’uomo.

Jeremy Montagu assume una definizione generale di musica: è “suono che trasmette emozioni”, come la cantilena di una madre per calmare il suo bambino. Questa musica semplice è probabilmente antecedente alla parola. Ma quando i nostri antenati hanno cominciato a fare musica? Gli scienziati hanno studiato i crani fossili e le mascelle delle scimmie odierne per capire se fossero in grado di vocalizzare e, soprattutto, intonare. Circa un milione di anni fa, l’antenato comune dei Neanderthal e degli umani moderni aveva l’anatomia vocale per cantare come noi, ma è impossibile sapere se davvero lo facesse.

I nostri antenati possono aver “creato la musica” per la prima volta battendo le mani: i più antichi strumenti musicali sono forse nati quando qualcuno ha capito che sbattere pietre o bastoni non fa male alle mani. Ci sono prove che stalattiti e gong di roccia venissero suonati in grotte risalenti a 12.000 anni fa, usate come cassa di risonanza.

La musica ci ha quindi accompagnati nella nostra storia di umani, ma perché? Montagu distingue tra danza, intrattenimento, rituale (ogni religione usa la musica) e, in particolare, la capacità di riunire le persone. «La musica può creare legami forti come quello tra madre e figlio», suggerisce Montagu: «alleggerisce le fatiche di un lavoro ripetitivo o dà il ritmo, potenziando il lavoro stesso. Danzare o cantare insieme prima di una caccia o di una battaglia lega i partecipanti in un gruppo coeso. È persino possibile che la musica, creando tali legami, abbia favorito la nascita della società stessa, tenendo insieme individui che avrebbero invece potuto condurre vite solitarie.»

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