Quando l’impresa ascolta la musica. Intervista a Guido Muratore.

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di Sebastiana Ierna

Rendere una tenace passione per la musica parte integrante della propria vita, condividendola nell’ambito lavorativo: a questo si dedica Guido Muratore, 58 anni, originario di Alba (provincia di Cuneo) e residente a Parma. Diplomatosi in Pianoforte a Torino, fino all’età di 25 anni desiderava essere un professionista della tastiera: poi un disturbo alla mano, la distonia focale, lo ha purtroppo costretto a seguire altre strade. Col passare del tempo, migliorate le condizioni fisiche, ha intrapreso lo studio del jazz, e da 6 anni suona il violoncello. Laureato in Giurisprudenza, lavora come HR Manager (direttore delle risorse umane) e consulente nella ricerca di personale; ma è dal 2017 che collabora con strumentisti jazz, direttori di coro e d’orchestra per formare e migliorare i futuri manager, fornendo loro un approccio diverso alla carriera e alla vita quotidiana. Presente come visitatore all’edizione 2023 di Cremona Musica International Exhibitions and Festival, lo abbiamo incontrato per conoscere meglio il progetto MIA-Musica in Azienda, capace di coniugare l’universalità e l’arricchimento umano del fare musica con le organizzazioni aziendali più tradizionali.

 

Dottor Muratore, lei ha messo in parallelo il suo mondo lavorativo con l’ambito musicale. Può spiegarci meglio la sua idea?

Tanti aspetti di un’azienda hanno molte similitudini con l’arte dei suoni. Accordarsi, per esempio, significa trovare un’intesa, un’uniformità di pensiero su un argomento specifico: per far ciò bisogna essere empatici e buoni ascoltatori. Inoltre, essere leader significa guidare gli altri nella giusta direzione, lavorando tutti insieme per raggiungere gli obiettivi prefissati: pensiamo a un bravo batterista sul palco con la sua band, che tiene il tempo rendendo possibile una performance di alto livello. Non dimentichiamo che un musicista è prima di tutto un professionista ben preparato.

 

Tutto parte dalle analogie tra la musica d’insieme e la gestione di un’impresa, quindi!

Esattamente. Un tratto comune ai due mondi è l’ascolto, fondamentale per poter reagire in modo coerente e collaborativo. Essere consapevoli del proprio ruolo è essenziale, e ognuno deve avere ben chiaro cosa poter fare, affinché il contributo dato determini il successo di tutti. Imparare dalla musica è il miglior investimento per la propria crescita personale e produttiva.

 

Come nasce Musica in Azienda?

Affiancato da formatori che sottolineavano la necessità di sapersi esprimere a livello tecnico ed emotivo, nel 2017 ho pensato a come poter connettere la musica e le imprese. Da qui l’utilizzo dell’orchestra sinfonica come esempio di organizzazione ben strutturata, della jazz band come contesto di maggiore libertà, del coro come espressione di un lavoro d’insieme. Ho creato così dei corsi formativi, in cui i partecipanti interagiscono sviluppando la loro creatività.

 

In che modo?

 Per esempio con un esercizio in cui si chiede di riscrivere una canzone famosa, mantenendo la metrica, le assonanze e le rime, con un testo su un tema scelto da loro. L’aspetto ludico e l’attività di gruppo permettono di condividere un obiettivo. Un anno e mezzo fa la mia idea si è concretizzata in Musica in Azienda, con tanto di logo, immagine e proposta commerciale e formativa.

 

Quali sono le vostre sedi?

 Da 6 anni in Emilia abbiamo l’opportunità di poter usufruire dei teatri di Bologna, Parma, Reggio e Modena, portando i partecipanti ai corsi nei luoghi in cui la musica è di casa. Siamo stati anche 3/4 volte a Bologna nello studio di registrazione Fonoprint, dove hanno inciso Lucio Dalla, Gianni Morandi e Zucchero.

 

Come si è sviluppata la sua proposta musicale nelle aziende?

 L’impiego delle mie conoscenze personali nel mondo industriale e, da un anno e mezzo, di social come Facebook e Linkedin, ha contribuito a destare un certo interesse: grandi imprese hanno già pensato di organizzare una serie d’incontri, attratte dal nostro metodo innovativo.

 

Può ricordarci in particolare qualche musicista con cui ha collaborato?

 Posso dire di aver lavorato a progetti di grande interesse con il flautista Giorgio Zagnoni, il direttore d’orchestra Umberto Benedetti Michelangeli, il pianista jazz Pasquale Morgante, il direttore principale della Filarmonica del Teatro Comunale di Modena Hirofumi Yoshida, il fondatore e direttore artistico dell’Orchestra di Mantova Carlo Fabiano, e la direttrice di coro Ilaria Poldi.

 

Quali sono i benefici di questo tipo di formazione? 

 Attraverso le similitudini, si aiuta a capire un concetto e ad imprimerlo a fondo nella memoria. L’elemento giocoso aiuta altresì a sperimentare qualcosa di diverso, allontanandosi dal proprio modo di pensare e di agire. Infine, lo sviluppo della sensibilità interpersonale è imprescindibile quando ci si trova a lavorare con gli altri. Ci tengo poi a precisare che, durante gli incontri, non si richiede una conoscenza delle note musicali, e neppure di saper suonare uno strumento.

 

Come visitatore dell’edizione 2023 di Cremona Musica, quali proposte ha maggiormente apprezzato?

 Ho avuto il piacere di assistere all’esibizione di vari musicisti, tra cui il virtuoso pianista Carlo Guaitoli, che ha coinvolto il pubblico con la sua introduzione e con un’eccellente performance dei Preludi di Debussy. Ho trovato inoltre una grande varietà di chitarristi, fisarmonicisti, bluegrass band, gruppi da camera e pianisti da ogni parte del mondo. La passione che questa manifestazione trasmette, e l’amore che i fabbricanti di strumenti infondono nell’esporre il frutto del proprio lavoro, è coinvolgente e affascinante. Un plauso all’organizzazione, che si è dimostrata molto professionale ed efficiente.

 

E guardando ai progetti futuri, qual è il suo auspicio?

 Spero di estendere il mio progetto alle singole aziende, ma anche alle associazioni di categoria, rendendolo sempre più noto e alla portata di tutti: è fondamentale sensibilizzare le imprese con una serie di proposte artistiche di qualità. Uno dei miei intenti è proprio quello di creare occasioni d’interazione, in cui poter far riflettere sugli spunti che il mondo musicale dona, per migliorare tanto nel proprio lavoro quanto sul cammino di ogni giorno.

 

 

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