Steinway & Sons: il futuro del mercato italiano. Intervista a Luarda Nezha.

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di Stefano Teani

Diplomata in Pianoforte, nata 35 anni fa a Tirana ma cresciuta a Brescia, Luarda Nezha ha deciso di servire il proprio strumento da un altro punto di vista: dopo essersi laureata in Discipline delle Arti, della Musica e dello Spettacolo all’Università di Padova e aver conseguito un master di primo livello alla Sapienza di Roma in Marketing e Comunicazione della Musica, ha intrapreso una carriera nel settore della vendita di pianoforti, collaborando con le più rinomate case produttrici. All’edizione 2023 di Cremona Musica International Exhibitions and Festival l’abbiamo incontrata presso gli stand di Steinway Italia, dove attualmente ricopre il ruolo di country manager.

 

 

Ci racconti un po’ di lei e della sua esperienza in Steinway.

Da pianista, è stata una bella soddisfazione arrivare a lavorare per questa realtà storica: sono qui da due anni, prima come responsabile di vari negozi, fra cui Fazioli e Passadori (che rappresenta la nostra piano gallery di Brescia), per poi arrivare alla posizione di country manager di Steinway Italia, dove mi occupo prevalentemente dei rivenditori su suolo italiano. Da maggio ho anche una collega, Maura Romano, con cui condivido questo ruolo: lei è responsabile di negozi e istituzioni, mentre io mi rapporto coi rivenditori, dagli ordini agli eventi realizzati in collaborazione con Steinway Italia.

 

Immagino che la sua formazione pianistica sia stata importante, per quanto si tratti di un incarico di tipo commerciale.  

Sicuramente la mia preparazione musicale mi ha aiutato molto, in particolare nell’aiutare i rivenditori a capire e gestire le problematiche dei clienti: materiale di ricambio, corsi di formazione e aspetti specifici, più tecnici, che nel tempo ho sviluppato. Ovviamente in questi anni ho dovuto acquisire e approfondire una serie di competenze legate alla meccanica del pianoforte, e di uno Steinway in particolare: tutto il mondo vasto e complesso legato a ricambi, accordatori, tecnici, ma anche alla tecnologia Spirio, che è tipica di questa azienda.

 

Molti pianisti tendono a essere un po’ meno consapevoli degli altri musicisti riguardo al proprio strumento…

È vero, forse perché esiste la figura del tecnico accordatore e quindi rischiamo di affidarci completamente a lui, senza approfondire la conoscenza dello strumento come invece fa chi, per esempio, suona uno strumento ad arco. Tuttavia, devo dire che ho notato una maggiore conoscenza e consapevolezza nei giovani pianisti, forse anche per come è cambiata la struttura del conservatorio, che ora propone corsi specifici sulla struttura dello strumento.

 

È stata la sua prima volta a Cremona Musica?

No, ho già partecipato quando lavoravo per Passadori. Per Steinway Italia invece è la seconda esperienza: quest’anno, oltre ad avere lo stand, abbiamo portato due strumenti in sala Cristofori dove si sono tenuti cinque concerti.

 

Mi risulta che Steinway abbia da poco aperto un nuovo store a Milano.

Esatto! Proprio in queste settimane [il 5 ottobre, ndr] è stato inaugurato ufficialmente il primo flagship store nel capoluogo lombardo, per festeggiare i 170 anni dalla fondazione di Steinway. Per noi è stato un evento di grande importanza perché è il primo negozio italiano gestito direttamente dall’azienda ed è il terzo in Europa, al di fuori della Germania, dopo Parigi e Vienna. Crediamo moltissimo nelle potenzialità del mercato italiano: grazie a Milano e ai nostri rivenditori ci auguriamo che sia un segnale importante e un punto di partenza per potenziare la nostra presenza sul territorio!

 

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