Alla ricerca di un’esperienza totale: giardini – sinestesia: musica, colori, profumi.

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di Gabriele Cupaiolo

Un evento originale e particolarmente riuscito quello del 22 marzo 2024, tenutosi in tarda serata presso Serra Crystal a Pistoia – non a caso definita ‘la città dei vivai’: ad andare in scena è stato lo spettacolo Giardini – Sinestesia: musica, colori, profumi, che si prefiggeva l’ambizioso compito di intrecciare nella mente dell’ascoltatore sensazioni uditive, visive e olfattive (ma pure gustative e tattili) al tempo stesso. Il programma ha contemplato l’esecuzione di quattordici brani originali, nati dalla mente di una figura eclettica tanto quanto le sue opere: Franco Bettiol oltre che compositore è laureato in Chimica e Tecnologia Farmaceutiche, settore in cui si prodiga professionalmente sia tramite pubblicazioni che attività seminariali. A prendere parte nelle vesti di musicisti il soprano Chiara Sartori, la flautista e ottavinista Tatiana Fedi, la violoncellista Alice Gabbiani, la pianista Svitlana Pushenko, la pianista Lorena Mainero; per le visuals Andrea Montagnani (Pupillaquadra), per le luci Fabio del Naia. Chi meglio di un chimico potrebbe interrogarsi a fondo sull’origine biologica della vita, sul modo in cui le prime forme animali filtrassero la realtà attraverso sensi meno sviluppati, ma probabilmente più connessi l’uno con l’altro? Fortunatamente le competenze musicali di quello stesso chimico consentono di dare un’interpretativa e artistica risposta a interrogativi di tal tipo, laddove la scienza difficilmente giunge per adesso: ben strutturati i brani, evocativi dei testi poetici che, uniti a profumi selezionati per ciascuna parte del concerto, davano vita a una vera e propria connessione dei sensi. E il gusto? Al termine del programma è stato un dolce al gelsomino con assaggio di Blue Curacao a completare l’opera, dando soddisfazione anche ai più severi (o golosi) critici, che già avrebbero potuto sottolineare la mancanza di un senso fondamentale all’appello. A fare da teatro una splendida cornice floreale e coreografie di sorta, che hanno consentito un’immersione veramente soddisfacente, in grado di favorire una vicendevole compenetrazione di vita e arte, ambiente e palco. Franco Bettiol non è nuovo a questo tipo di soluzione, già adottata negli anni precedenti all’interno della scena Verso il cielo di Marte, parte dello spettacolo Il canto di Dante – andato in scena qualche anno fa al Politeama Pratese –, dove era possibile percepire le avvisaglie delle future idee, che, lo diciamo a gran voce, hanno avuto un solido e fortunato sviluppo, frutto di una formazione iniziata con Giulio Gabbiani e Ivo Castagnoli alla Scuola Verdi di Prato, proseguita poi presso il Conservatorio Cherubini.

Fin dai tempi del conservatorio sono stato attratto dall’idea di unire musica, colori, profumi in una unica rappresentazione, tale da suscitare una percezione totale della realtà, quello che si riassume con la parola “sinestesia”. La storia e l’evoluzione della musica, in fondo, non sono che la progressiva scoperta della natura del suono e degli armonici’.

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