Gewa Music: dalla Germania al mondo. Intervista a Simona Maria Roveda.

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di Ruben Marzà

Simona Maria Roveda, 35 anni di Busto Arsizio (Varese), è Chief Operating Officer di GeWa Med, sussidiaria italiana di Gewa Music. L’azienda, nata in Germania quasi un secolo fa, è oggi tra i leader mondiali per la produzione e la distribuzione di un’ampia gamma di strumenti musicali. Ci siamo fatti raccontare la storia di questa importante realtà, in vista della sua partecipazione all’edizione 2023 di Cremona Musica International Exhibitions and Festival.

 

Dottoressa Roveda, come nasce il marchio Gewa?

Si tratta di un’azienda tedesca storica, la cui origine risale al 1925: Georg Walter la ideò per la produzione di strumenti ad arco e custodie, e per il nome non fece altro che unire le sue sillabe iniziali (Ge-Wa). Oggi il nostro catalogo si è ampliato in maniera considerevole: abbiamo strumenti  a fiato, pianoforti e chitarre, e ci stiamo adeguando alla crescente domanda di strumenti elettronici, dalle tastiere alle percussioni. Siamo distributori ufficiali di numerosi marchi per l’Italia, ma abbiamo anche una vasta gamma di prodotti a marchio Gewa, tutti realizzati in Germania o nei nostri stabilimenti in Cina.

 

Com’è entrata in contatto con questa realtà?

Ci sono cresciuta, nel vero senso della parola, visto che appena terminati gli studi mi hanno offerto un posto di lavoro: ho imparato molto, da subito si è instaurato un bel rapporto con i miei responsabili, posso dire che è una bella azienda in cui lavorare. Non sono musicista, ma in questi anni ho scoperto (e sto scoprendo) un mondo affascinante e a me sconosciuto. Spesso, inoltre, mi trovo a partecipare a eventi e a entrare quindi in contatto con gli artisti. Il nostro è un mercato di nicchia dove, in fin dei conti, ci conosciamo tutti.

 

In quali mercati siete più attivi?

Devo dire che l’Italia ci regala sempre molta soddisfazione: c’è una cultura musicale diffusa in modo capillare, specie in regioni come la Sicilia o il Trentino, dove è molto radicata la presenza delle bande. Per quanto spesso si senta dire il contrario, in Italia la cultura musicale è molto forte. Altre sussidiarie attive sono quella svizzera, quella iberica che sta crescendo moltissimo, ma anche quelle in Francia ed est Europa. Rispetto alla nostra vocazione storica, quella degli strumenti ad arco, stiamo avendo successo molto anche con tutti gli altri prodotti, e non possiamo che esserne soddisfatti.

 

Che rapporto avete con Cremona?

Partecipiamo alla fiera soprattutto in quanto produttori storici di strumenti ad arco (con modelli sia da studio che professionali) e relativi accessori; da quel punto di vista Cremona Musica è un punto di riferimento imprescindibile. Abbiamo provato a portare anche pianoforti e strumenti a fiato, ma devo dire che non abbiamo riscontrato un particolare interesse, quindi abbiamo deciso di puntare sulla nostra tradizione.

 

Qual è l’importanza della dimensione fieristica?

Appuntamenti come quello di Cremona servono sicuramente a farci conoscere e ad ampliare il nostro pubblico. Negli ultimi anni il mondo della liuteria è cresciuto molto, specie nell’ambito della manutenzione e riparazione, quindi per noi è importante dare visibilità a tutta la nostra accessoristica. Cremona Musica ci permette di acquisire tanti contatti, specie nei paesi asiatici, dove lavoriamo senza aziende sussidiarie e dove il mercato online sta crescendo moltissimo.

 

Quali novità porterete quest’anno a Cremona?

Non posso ancora anticipare nulla [ride]. Ma di recente abbiamo stabilito una bella partnership con Larsen (produttore di corde, che sarà con noi alla fiera) e con il famoso marchio tedesco di valigie Rimowa, con cui abbiamo messo a punto delle custodie a edizione limitata che stanno andando letteralmente a ruba. Tutto questo e molto altro vi aspetta al nostro stand, ci vediamo a Cremona!

 

© Tutti i diritti riservati in collaborazione con Cremona Musica.

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