Leatherwood Bespoke Rosin: la pece al servizio del musicista.

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di Ruben Marzà

Severiano Paoli, 32 anni, nato a Castelnuovo di Garfagnana (Lucca) ma da anni residente nei Paesi Bassi, è contrabbassista e rappresentante per l’Europa del brand australiano Leatherwood Bespoke Rosin, produttore di pece per strumenti ad arco e ospite dell’edizione 2023 di Cremona Musica International Exhibitions and Festival. Ci ha parlato di questa giovane e dinamica realtà, in grande crescita sui mercati di tutto il mondo, e dell’importanza di una pece pensata su misura da e per il musicista.

 

Com’è nata la Leatherwood Bespoke Rosin?

Tutto è partito da un’idea di Andrew Baker [fondatore e direttore, ndr]: violinista australiano, con alle spalle studi in Europa, insegnava al conservatorio di Orange, città dell’entroterra a circa 300 km da Sydney. Realtà isolata, come gran parte dell’Australia, paese immenso e poco popolato: ciò che in Europa è a portata di mano, come reperire articoli o servizi, là diventa molto più difficoltoso. Così lui si è detto: «Non riesco a trovare la pece che desidero? Vorrà dire che me la produrrò da solo» [ride]. Da quel momento l’azienda è cresciuta in maniera lenta, ma costante, e stiamo avendo grandi soddisfazioni.

 

Com’è entrato in contatto con questa realtà così lontana?

Tutto è nato da una serie di coincidenze. Nel 2017 risposi a un annuncio della Leatherwood, appena nata, che cercava contrabbassisti per sperimentare i suoi prodotti: ero già in Olanda e quando diedi loro il mio indirizzo saltò fuori che Andrew, il fondatore, aveva studiato proprio qua a Groningen. Poi nello stesso anno suonai a Wellington, in Nuova Zelanda, e al medesimo evento trovai Andrew con i suoi prodotti. Diventammo amici, e da lì a poco mi propose di diventare prima artista, e poi rappresentante dell’azienda. Resto prima di tutto un musicista, e quindi mi trovo nella posizione e nell’ambiente giusti per sperimentare le nostre creazioni.

 

Quindi la vostra è ormai una realtà internazionale?

Vendiamo e siamo conosciuti in tutto il mondo. Abbiamo sviluppato in parallelo il mercato australiano e asiatico (soprattutto Cina e Giappone) e quello europeo, del quale oggi mi occupo in prima persona; dallo scorso anno stiamo crescendo anche in quello americano, da poco sono andato là a preparare dei futuri rappresentanti. Posso dire che siamo in una bella fase di espansione.

 

E in Australia? Come si muove il mercato della musica classica nella terra dei canguri?

L’Australia ha un problema logistico di base, ovvero le grandi distanze e la relativamente scarsa popolazione. È una dimensione difficile da comprendere, per noi europei. La scena musicale vanta diverse eccellenze, ma è giocoforza ridotta e sparpagliata. Detto questo, c’è una bella cultura di musica classica, in forte crescita: tanti musicisti vengono a studiare in Europa per poi tornare a casa, credo che nei prossimi decenni ci sarà un bello sviluppo.

 

Qual è l’importanza, per uno strumentista ad arco, di una pece di qualità?

C’è una metafora efficace che mi piace usare: così come lo pneumatico scelto determina il modo in cui l’auto si comporta sul terreno, allo stesso modo la pece incide sul modo in cui l’arco trasmette la vibrazione alla corda. È l’ultimo tramite tra il musicista e lo strumento. Inoltre la parola “bespoke”, presente nel nostro marchio, significa “personalizzato”, e rispecchia un concetto per noi fondamentale: dev’essere l’attrezzatura ad adattarsi al musicista, e non viceversa.

 

Ci può spiegare meglio questa idea di “personalizzazione”?

Ciascuno di noi è unico, non solo fisicamente ma anche per l’idea di suono che ha in mente: noi siamo stati i primi nel settore a confezionare un prodotto davvero ad personam. Consideriamo che la pece si ottiene mescolando, in diverse proporzioni, resine di conifere a cera, spesso d’api. Tutti prodotti naturali e nessun ingrediente segreto, solamente tanta sperimentazione e capacità di ascoltare i bisogni del musicista.

 

Siete la realtà più lontana ospite di Cremona Musica 2023: è la vostra prima volta alla fiera lombarda?

No, partecipiamo ormai dal 2018, ovvero da quando la nostra azienda era giovanissima. Da allora, fatta eccezione per le limitazioni del contesto pandemico, siamo una presenza costante. Ci siamo sempre trovati molto bene, sia a livello organizzativo che di personale, molto gentile e collaborativo. Poi, per gli strumentisti ad arco è un’occasione unica, e anche all’interno della stessa fiera abbiamo visto una bella crescita, con tante persone venute a testare le nostre creazioni. Un punto chiave della nostra politica è che il musicista possa provare i nostri prodotti, e noi saremo alla fiera proprio per questo.

 

Come ha risposto il mercato italiano alle vostre proposte?

In Italia la reazione è stata all’inizio un po’ titubante, ma poi il mercato è sbocciato. Per me è una grande soddisfazione, visto che me ne sono occupato in prima persona. E poi abbiamo ancora un largo margine di crescita, visto che finora (anche a causa del Covid) abbiamo coperto soprattutto le regioni del centro-nord.

 

Appuntamento a Cremona Musica 2023, dunque!

Non vediamo l’ora! E abbiamo in serbo delle belle novità, che per ora non possiamo ancora rivelare… venite a provarle, vi aspettiamo!

 

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