Quartetto Mitja – Donizetti: String Quartets, vol. 2

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di Ruben Marzà

Secondo capitolo dell’ambizioso progetto del Quartetto Mitja, impegnato nella registrazione dell’integrale dei quartetti per archi di Gaetano Donizetti.

Merito del progetto intrapreso da Giorgiana Strazzullo (violino), Lorenza Maio (violino), Carmine Caniani (viola) e Veronica Fabbri Valenzuela (violoncello) è quello di dare il giusto risalto alla produzione cameristica di Donizetti: un corpus di ben 18 quartetti, in larga parte scritti quando il compositore bergamasco aveva circa 20 anni, ma che iniziarono tuttavia a circolare e ad essere apprezzati in tutta Europa solo dopo la sua morte.

Il primo disco – un doppio disco, di fatto – di questa integrale aveva dato voce, tre anni fa, ai quartetti numero 15, 4, 8, 13, 5 e 14 e ricevuto la prestigiosa nomination agli International Classical Music Awards 2022; il secondo capitolo di quella che si immagina essere una trilogia (anche questo registrato per Urania Records) è invece dedicato ai quartetti 7, 9, 10, 11, 12 e 6. Una scelta curiosa, quella di non seguire l’ordine cronologico, ma che nondimeno sembra seguire (o suggerire) logiche narrative e affinità. Il doppio disco in questione si apre infatti tutto nel segno del tono minore, di un’intensa drammaticità contraddistinta dalla teatralità del gesto: dopo il quartetto n. 7 (in Fa minore), il n. 9 (in Re minore) e il 10 (in Sol minore), occorre infatti attendere la seconda metà del lavoro – il secondo disco – perché entri in scena una tonalità maggiore. Seconda metà che si contraddistingue anche per un cambio di formazione, con l’entrata in scena di Lorenza Maio al secondo violino, laddove i primi tre quartetti sono stati registrati con Pasquale Allegretti Gravina. Un cambio che riflette la gestazione ampia e attenta del lavoro, nonché la capacità del quartetto di conservare la propria cifra stilistica e la propria personale visione dell’opera donizettiana.

A quest’ultima, nella sua dimensione cameristica per archi, si era già dedicato oltre mezzo secolo fa il leggendario Quartetto Italiano (seppur senza avventurarsi in un’integrale discografica) e, più recentemente, il Quartetto Delfico. A caratterizzare l’interpretazione del Quartetto Mitja è la grande coesione timbrica e l’espressività d’insieme, capace tanto di mettere a frutto l’innata teatralità della scrittura donizettiana quanto di rendere con trasparenza e precisione la trama del contrappunto; ma anche la bellezza e la profondità del suono, dovute anche al grande lavoro del produttore Baltazar Zùñiga – un tenore di fama, non a caso, frequentatore non certo occasionale del mondo operistico. Di grande incisività proprio il quartetto posto in apertura, il settimo in Fa minore –  scelto a suo tempo anche dal Quartetto Italiano – e in particolare l’Allegro vivace iniziale: movimento articolato e cangiante, capace di condensare i tratti salienti della scrittura donizettiana e di mettere in mostra le qualità espressive e tecniche del Quartetto Mitja.

Un progetto imponente e unico, di cui questo secondo doppio disco costituisce un capitolo riuscito e coinvolgente.

 

DONIZETTI: STRING QUARTETS – Vol. II

 

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