Dalla terra dei laghi alla patria della liuteria. Intervista a Matti Tuomisto.

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di Maria Musti

Il giornalista finlandese Matti Tuomisto fa parte della nutrita schiera di reporter internazionali che ogni anno partecipa a Cremona Musica Exhibitions and Festival, garantendone la copertura mediatica in tutto il mondo. Scrive per una rivista che quest’anno festeggia il suo sessantesimo anniversario, Rondo Classics, e si occupa di giornalismo musicale dal 1977.

Lo abbiamo incontrato durante la kermesse, dove ci ha regalato una testimonianza non solo sul suo rapporto con Cremona Musica e sul mestiere di giornalista, ma anche sul panorama della cultura musicale classica in Finlandia.

 

Da quanti anni segue Cremona Musica?

Ormai da diverso tempo, credo che la prima edizione cui ho partecipato sia stata quella del 2017. Quell’anno avevo da poco conosciuto Roberto Prosseda [coordinatore artistico della manifestazione, ndr] in occasione della sua partecipazione al Festival di Musica da Camera di Kuhmo, in Finlandia. Aveva proposto un progetto innovativo, un ghost concert dedicato alla figura di Rachmaninoff, in cui la componente tecnologica era preponderante. Mio figlio era tra i responsabili dell’animazione del “fantasma” del compositore russo, così ebbi l’occasione di incontrarlo e intervistarlo. Mi chiese se volessi far parte dei giornalisti musicali dell’International Media Lounge di Cremona Musica. Accettai con gioia: da allora non ho perso un’edizione, tranne per lo stop imposto dal periodo di pandemia.

 

Cosa le piace di più di questa kermesse?

La vitalità, l’abbondanza di stand espositivi, proposte culturali ed eventi, e il fatto di ritrovare colleghi che ormai sono diventati dei cari amici. In Finlandia c’è una fiera analoga, a Helsinki, ma con un numero di espositori molto più ristretto. Cremona Musica è ormai piuttosto nota anche nel mio Paese: quest’anno la Tampere Philharmonic Orchestra ha deciso di acquistare degli strumenti ad arco di alta qualità, scegliendoli proprio tra quelli esposti qua.

 

Come definirebbe il rapporto dei finlandesi con la musica classica?

È molto seguita, e Sibelius è amato e rispettato come un eroe nazionale. Per essere un Paese con solo 5 milioni e mezzo di abitanti, la mia nazione vanta moltissime orchestre. Ad esempio, a Helsinki se ne contano tre: l’Orchestra Filarmonica, quella della Radio Finlandese e la Finnish National Opera Orchestra.

 

Tre orchestre nella sola capitale…

Numerose città hanno orchestre sinfoniche: l’associazione di settore ne annovera 15 professionali e 13 tra semiprofessionistiche e da camera. Ci sono parecchi festival musicali, di ogni genere. Quello di musica da camera di Kuhmo, nel nord del paese, è alla sua 53ma edizione; molto importanti sono anche i festival dell’opera di Savonlinna e di Helsinki. Ci sono 10 conservatori e circa 3000 cori, tra cui spicca, per la sua originalità, il Mieskuoro Huutajat (“Coro di uomini urlanti”).

 

Da chi è composto il pubblico della classica?

In maggioranza da persone anziane. Per rinnovarlo, la Filarmonica della capitale sta lavorando molto su school concerts e family concerts, rivolti anche a famiglie con neonati.

 

Com’è organizzato lo studio della musica in Finlandia?

È una materia scolastica sin dall’istruzione primaria generale. Il sistema educativo musicale è di tipo piramidale: si parte da una base più ampia per proseguire, con l’avanzare degli studi, verso la specializzazione. Abbiamo gli asili musicali, poi le scuole di musica – Musiikkiopisto – dove si compiono gli studi strumentali con due curricula, uno generale e uno esteso, dedicato agli studenti di maggior talento che poi proseguiranno il loro percorso in Conservatorio. Il focus di questi istituti non è più incentrato solo sul repertorio classico, ma comprende anche folk, jazz e pop. Abbiamo tre università per la formazione professionale musicale: la Sibelius Academy, che è l’unica specifica per la musica, e due multifacoltà, che invece formano i futuri insegnanti.

 

So che c’è grande attenzione verso l’inclusività…

Esatto. Allo Special Music Center Resonaari di Helsinki sono stati elaborati dei programmi specifici, come Figurenotes, rivolti a bambini di ogni età con disturbi dell’apprendimento o disabilità, per consentire anche a loro lo studio della musica. Si usano forme, simboli e colori al posto della notazione tradizionale.

 

Lei è musicista?

Sì, ho studiato pianoforte alla Sibelius Academy, conseguendo il titolo di Master of Music [laurea di secondo livello, ndr].

 

Ci racconti della sua attività di giornalista.

Lavoro per Rondo Classic, rivista storica del settore musicale, fondata nel 1963. Quest’anno festeggeremo il suo sessantesimo anno di attività. Resiste nonostante le difficoltà che la carta stampata sta affrontando a livello internazionale: il pianista americano Jed Distler mi ha detto, ad esempio, che negli USA non esiste più nessuna rivista di musica classica in formato cartaceo; la rivista tedesca Fono Forum, fondata nel 1956, sta per chiudere; ma l’elenco potrebbe continuare a lungo. Quest’anno noi abbiamo pubblicato 9 numeri, per un totale di più di 600 pagine. Ci occupiamo di classica, ma anche di jazz e world music. L’abbonamento alla nostra rivista è incluso nella tessera associativa della Finnish Music Teachers Union: circa 2500 docenti delle scuole di musica e dei conservatori di tutta la Finlandia.  Parliamo di un totale di circa 60 mila studenti: un bel numero, considerando che in Finlandia, come le ho già detto, siamo poco più di 5 milioni e mezzo di abitanti!

 

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