Lo “Gnomus”: la raffigurazione di uno schiaccianoci scolpito nel legno apre lo scenario dei “Quadri di un’esposizione” di Modest Petrovič Musorgskij.

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di Smeralda Nunnari

«L’arte non è fine a se stessa, ma un mezzo per rivolgersi all’umanità.» (Modest Petrovič Mussorgskij)

 

 Modest Petrovič Mussorgskij nasce nel 1839 a Karevo, regione di Pskov, in una nobile e ricca famiglia, nei cui poderi apprende i canti e le danze di tradizione popolare. Egli inizia così ad affondare le proprie radici artistiche in questo immenso humus, determinante l’animo russo. Avviato dal padre alla carriera militare, continua nel contempo lo studio del pianoforte con Anton Herke, famoso insegnante di Pietroburgo. Promosso ufficiale di fanteria, nel 1857, frequenta i più brillanti circoli mondani della capitale. Viene presentato da Aleksandr Sergeevič Dargomyžskij ad altri musicisti, tra cui: Cezar’ Kjui, Nikolaj Rimskij-Korsakov e Aleksandr Borodin. Nasce, tra loro, un solido rapporto d’amicizia che dà vita al Gruppo dei Cinque. Insieme promuovono il recupero della tradizione e del folklore, per riscattare la musica russa in ogni ambito e genere dalle influenze occidentali. Intanto, l’artista abbandona la carriera militare, per dedicarsi unicamente alla musica. E, tra svariati rovesci di fortuna, il suo reddito si riduce notevolmente.

Nel 1870, tramite il critico Vladimir Stasov, il nostro compositore, conosce il pittore e architetto Viktor Aleksandrovič Hartmann. Tra loro s’instaura un profondo sentimento d’amicizia, perché entrambi aspirano ad un’arte legata fortemente alle radici della propria tradizione culturale. Ma Hartmann muore improvvisamente, a soli 39 anni, per un aneurisma nel 1873. In suo ricordo, su iniziativa di Stasov e la partecipazione dell’intero gruppo di amici, tra febbraio e marzo 1874, ha luogo una mostra all’Accademia russa di belle arti di San Pietroburgo, dove vengono esposti i lavori dell’amico scomparso. Musorgskij, che contribuisce in prima persona prestando alcune opere della sua collezione, resta colpito emotivamente alla vista di tante suggestive iconografie e nel giro di alcune settimane compone i Quadri di un’esposizione dedicandoli a Stasov, comune mentore, che lo lega a Hartmann.

Tale Suite per pianoforte ispirata dai disegni e acquerelli prodotti dall’amico, nel corso dei suoi viaggi, è composta da quindici brani, dieci riproducono in musica alcuni quadri ben selezionati, tra circa 400, mentre le cinque Promenade o passeggiata, rappresentano il movimento e i vari stati d’animo dell’osservatore da una tela all’altra. Ogni Promenade, pur con variazioni che riflettono la diversità delle sensazioni provate di fronte alle varie raffigurazioni, presenta sempre lo stesso tema e diviene elemento di coesione dei forti contrasti tra un soggetto e l’altro.

Lo Gnomus è il primo episodio ad aprire i Quadri. Con geniale architettura viene preceduto da una Promenade in Si bemolle maggiore, nel metro originario di 11/4, alternato nelle partiture pubblicate in 5/4 e 6/4. Il tempo indicato è: Allegro giusto, nel modo russico; senza allegrezza, ma poco sostenuto. La melodia con ritmi semplici e forti in un metro asimmetrico richiama canzoni russe popolari.

La descrizione in musica del primo quadro evoca uno schiaccianoci inciso nel legno a forma di uno gnomo malvagio, dalle sembianze inquietanti, con le gambe rattrappite, che si aggira nella foresta. Nella Russia dell’epoca, gli schiaccianoci, considerati oggetti molto comuni, specialmente, tra i giocattoli dei bambini, diventano, anche, decorazioni per l’albero di Natale. Il brano, nella tonalità di Mi bemolle minore, nel metro di 3/4, indicante un’alternanza in Vivo e Meno mosso, pesante, viene caratterizzato da una musica con tempi contrastanti, da assidue fermate e riprese e da un’alternanza tra forte, pianissimo e fortissimo, che riproduce le movenze grottesche del nano.

Nell’opera, con straordinaria potenza descrittiva e varietà di colori, seguono altri nove brani ognuno dei quali porta il titolo di un quadro di Hartman: Il vecchio castello; Tuileries (Litigio di fanciulli dopo il gioco); Bydło; Balletto dei pulcini nei loro gusci; Samuel Goldenberg e Schmuÿle; Limoges, Il mercato (La grande notizia); Catacombe (Sepolcro romano) – Con i morti in una lingua morta; La capanna sulle zampe di gallina (Baba Jaga) e La grande porta (Nella capitale Kiev). Quasi tutti gli episodi sono preceduti da un breve interludio di Promenade.

La creazione artistica di questo polittico musicale costituito da scene popolari, fiabesche, d’infanzia, grottesche e macabre, dalle quali emerge una concezione epica della storia russa  diventa per il compositore un momento di catarsi. L’autore attraverso la musica riesce ad esprimere i propri sentimenti, placare la propria sofferenza e trovare una risposta ai suoi molteplici interrogativi.

La varietà e la ricchezza timbrica di quest’opera rappresentano un punto di riferimento assoluto nel repertorio di ogni pianista, così come la magistrale trascrizione strumentale elaborata da Ravel, nel 1922, diventa un capolavoro irrinunciabile per le possibilità di un’orchestra.

 

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