Dalle Asturie a Cremona, un mestiere senza tempo. Intervista al liutaio Diego Del Valle.

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di Alessandra Assi

Speciale Cremona Musica 2024

 

Con più di 20 anni di esperienza sul campo, Diego del Valle, 47enne originario di Valladolid, è ormai uno dei punti di riferimento per la liuteria spagnola. La sua storia ha inizio nel 1998 quando incontra il liutaio di fama internazionale Pavel Schudtz, che possedeva laboratori a Oviedo e Madrid. Dopo anni di lavoro a fianco del grande maestro che sarebbe poi diventato suo suocero, perfeziona ulteriormente le sue tecniche proprio a Cremona, nell’atelier del cognato Andrea Schudtz; infine, insieme alla moglie María, decide di aprire il suo laboratorio nel cuore delle Asturie, a Oviedo. Qui si occupa di costruzione (anche su richiesta), riparazione e restaurazione di strumenti antichi. Sarà ospite dell’edizione 2024 di Cremona Musica International Exhibitions and Festival, dove potrete trovarlo con i suoi strumenti presso Mondomusica, sezione della kermesse dedicata al mondo degli strumenti ad arco.

 

Lei ha tanti anni di esperienza nel campo della liuteria: com’è cambiato il suo lavoro nel corso del tempo?

Con l’avanzare della tecnologia, un cambiamento sensibile è arrivato con i social network: strumenti come Instagram e Facebook ci permettono di mostrare il nostro lavoro, pubblicizzarci e farci conoscere in tutto il mondo. Penso comunque che, per scegliere accuratamente un violino, il musicista debba venire in laboratorio a provarlo e sentirne il suono dal vivo. Lavorando a pieno regime sugli strumenti, devo dire che negli ultimi tempi non mi sono interessato molto a questo aspetto: spero che in futuro, quando subentreranno a me, i miei figli possano sviluppare maggiormente questa parte dell’attività.

 

Trova che la tecnologia abbia cambiato, oltre al modo di proporsi e pubblicizzarsi, anche la parte più “pratica” della professione?

Il lavoro del liutaio è rimasto totalmente artigianale, noi realizziamo ancora tutto a mano come una volta. Questo comporta, ovviamente, molto tempo e pazienza: la fabbricazione di un violino professionale può richiedere circa 220 ore, mentre per gli strumenti più particolari (“antichizzati”, ovvero ispirati a violini storici) il lavoro arriva a sfiorare le 700 ore! Il mercato, quello sì, cambia ogni anno in base all’andamento dell’economia, ma il nostro resta un mestiere immutabile. Nonostante la corsa verso un mondo sempre più moderno e digitalizzato, a mio parere non esisterà mai una macchina che potrà sostituirci al 100%. Intagliare il legno a mano garantisce una qualità del suono che non è possibile ottenere in nessun’altra maniera. Toccare il legno, ascoltarne la vibrazione, creare lo spessore della tavola, intagliarne la forma: è una vera passione, ed è questo ciò che rende ogni singolo strumento unico.

 

Insomma, è ancora in profonda connessione con la grande tradizione liutaia del passato, proprio come Cremona!

Sono ormai 20 anni che partecipo alla kermesse, e sono sempre felice di poter incontrare di nuovo gli amici di una vita. Noi continueremo a diffondere il nostro lavoro che, per quanto ogni strumento sia diverso dall’altro, resta sostanzialmente lo stesso. Sono anche molto legato emotivamente alla città di Cremona: ha fatto parte della mia formazione, e mio cognato ci abita da 16 anni. È uno dei pochi luoghi al mondo che vive della liuteria, e in ogni angolo si respira musica. Non vedo l’ora di presentare ancora una volta i miei strumenti al meraviglioso pubblico della fiera!

 

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